Comune di Pisa: le nostre proposte in tema di IUC e IRPEF

“Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”. Così l’articolo 53 della Costituzione sancisce il principio della progressività dell’imposta, che nel nostro Paese gli ultimi governi delle larghe intese, compreso quello Renzi, hanno sistematicamente omesso e cancellato. La IUC, l’Imposta Unica Comunale approvata dal Governo Letta è l’ennesima tassa ingiusta che non si ritradurrà in maggiori servizi e diritti per le cittadine e i cittadini.

Siamo convinti che l’unica vera soluzione sarebbe una seria riforma della fiscalità generale, e denunciamo la grande difficoltà in cui abbiamo dovuto e dobbiamo lavorare, a causa dei tempi strettissimi intercorsi tra l’illustrazione delle proposte e la scadenza per presentare le proposte di modifica. Riteniamo che il metodo adottato non sia degno di un Consiglio Comunale che voglia rappresentare il massimo luogo di espressione democratica in città.

Ciononostante, visto che la nostra città dovrà comunque adeguare i propri regolamenti alle normative introdotte con la legge di stabilità, benché il quadro sia ancora in divenire, abbiamo provato ad immaginare per Pisa alcune possibili inversioni di tendenza.

In primo luogo proponiamo per il 2014 la modifica delle aliquote dell’Irpef che oggi a Pisa seguono una logica tutta berlusconiana, per cui chi ha 15 mila euro paga quanto chi ne ha 100 mila e più. Noi riteniamo invece che chi più ha più debba pagare, tanto più in una fase di crisi.

Per questo prevediamo l’esenzione del pagamento per chi ha meno di 15 mila euro, un mantenimento dell’aliquota dello 0,2 per chi è ha redditi tra i 15 e i 28 mila euro, e poi una forte progressività, prevedendo il massimo dello 0,8 per chi ha più di 75 mila euro. Ciò consentirà al Comune di Pisa di avere una maggiore entrata di 1 milione e 200 mila euro, di cui oltre il 50% proveniente dai redditi più alti.

Grazie a questo gettito prevediamo di poter contenere la TASI sulla prima casa – una tassa introdotta maldestramente dai governi delle larghe intese sulla prima casa per sopperire all’abolizione dell’IMU demagogicamente imposta da Berlusconi -: infatti sarà possibile limitare l’aliquota massima al 2,2 per mille (anziché il 2,5 previsto) e utilizzare per applicare le detrazioni solo uno 0,3 rispetto allo 0,8 per mille aggiuntivo che viene previsto dalla normativa, in modo da evitare un aumento indiscriminato della tassazione sull’abitazione principale che ci porterebbe a livelli addirittura più pesanti di quelli previsti dall’ultimo governo Prodi.

Insomma, anche in questo caso cerchiamo di dare attuazione al principio costituzionale della progressività sulla base del valore degli immobili e sul nucleo familiare, prevedendo anche l’azzeramento totale dell’imposta per i nuclei familiare con indicatore ISEE sotto i 15 mila euro.

In sintesi, nella nostra proposta si prova a ridurre fino all’azzeramento la TASI e l’addizionale comunale IRPEF per chi ha redditi bassi, e si introduce una forte progressività nell’ottica tutta costituzionale della progressività e per tutelare i ceti più deboli e maggiormente colpiti dalla crisi.

Rifondazione Comunista
Una città in comune

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