Pisa,PRC-UCIC: Chi ostacola la formazione sugli stereotipi di genere è complice della violenza su donne e persone LGBT

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Negli ultimi mesi il “Comitato Famiglia, Scuola, Educazione” ha provato a far parlare di sé con una campagna, fatta di allarmismo e disinformazione, in cui chiede di sospendere nelle scuole di Pisa e di vari comuni della zona il progetto regionale “Contrasto agli stereotipi di genere e promozione di un’equa suddivisione dei lavori domestici”. È lo stesso comitato che ha recentemente bollato come inopportuno lo svolgimento, nel corso dell’autogestione al Liceo Dini, di un incontro svolto da Arcigay su educazione sessuale, malattie sessualmente trasmissibili e metodi anticoncezionali (ricevendo in questa iniziativa il sostegno del Presidente del Teatro Verdi, Giuseppe Toscano, membro del consiglio d’istituto). A Cascina, analoghe campagne vengono promosse dall’”Osservatorio per le politiche della famiglia”, nato sotto gli auspici della sindaca leghista Susanna Ceccardi e del Consiglio Comunale, che ha approvato a maggioranza una mozione contro la fantomatica “propaganda gender nelle scuole”, in difesa di una altrettanto fantomatica “famiglia naturale”. Di tutt’altro segno è la mozione che il nostro gruppo, Una Citta in Comune – Rifondazione Comunista, ha fatto approvare lo scorso 14 dicembre dal Consiglio Comunale di Pisa in cui si impegna la giunta a “consolidare e potenziare l’attivazione, all’interno delle scuole di competenza comunale, di corsi di aggiornamento professionali base e/o complementari rivolti a educatori/trici di nido e a maestri/e, per promuovere l’inserimento di un approccio di genere nella pratica educativa e didattica”.
La negazione delle teorie sul genere ricordano, in formato ridotto, altri negazionismi a-scientifici la cui sconfitta ha segnato altrettante tappe dell’emancipazione umana nel corso dei secoli. Pensiamo al negazionismo di chi rifiutava fosse la Terra a girare intorno al Sole, o a quello di chi rigettava l’evoluzionismo e la discendenza dell’uomo dalle scimmie antropomorfe. Chi oggi nega la costruzione sociale e culturale del “genere”, definito dalla Convenzione Europea di Istanbul come l’insieme dei ruoli, dei comportamenti, delle attività e degli attributi che una determinata società considera appropriati per donne e uomini, avrà senz’altro la stessa sorte dei vecchi tolemaici e dei creazionisti. Anche questi ultimi, nel momento in cui le loro dottrine erano minacciate, volevano proibire l’insegnamento e la diffusione delle nuove idee, spesso ricorrendo a metodi violenti. Il problema è che chi oggi ostacola l’informazione, la diffusione della conoscenza e la pubblica discussione su questi temi riproduce il terreno di cui si alimenta la violenza sulle donne e sulle persone lesbiche, gay, bisessuali e transessuali. Inoltre, attacca l’idea della scuola pubblica come spazio in cui trasmettere alle nuove generazioni i valori di una cittadinanza plurale e in cui coltivare principi di convivenza più ampi rispetto a quelli appresi in famiglia: uno spazio laico, in cui prende corpo il dettato costituzionale della pari dignità sociale di tutte e tutti, contro ogni logica discriminatoria e stereotipante.
Una città in comune
Partito della Rifondazione Comunista

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