Piano interprovinciale dei rifiuti. IdV, Sel e Prc al Pd: “Occorre cambiare”

889d50b729f7fc796e1517c6dccab2e2 [da Pisanotizie.it] I vertici dei tre partiti delle province che compongono l’Ato Costa in un documento unitario criticano l’attuale bozza: “Il Piano continua a prevedere una produzione dei rifiuti di 1.034.000 tonnellate annue al 2020 con un incremento annuo dell’1,1% che non trova riscontro in nessuna altra regione italiana. Questa impostazione è inaccettabile e questo scenario per dimensionare il sistema impiantistico è illegittimo, si pone al di fuori delle normative”.

QUI IL DOCUMENTO

“Occorre cambiare direzione di marcia sul Piano interprovinciale dei rifiuti”. Sel, Federazione della Sinistra e Italia dei Valori rompono gli indugi rispetto al Partito Democratico dopo mesi di tavoli e di riunioni e ieri a Pisa in una conferenza stampa a cui erano presenti i vertici dei tre partiti delle 4 province che compongono l’Ato Costa – Pisa, Lucca, Livorno e Massa Carrara – nonchè il responsabile nazionale rifiuti di Sel, Eugenio Baroni, hanno presentato un documento unitario in cui mandano al Pd un messaggio chiaro in base al quale serve una svolta nel sistema di gestione dei rifiuti in Toscana.

Un testo in cui si definisce una linea politica ben precisa la cui compatibilità con quella del Pd è tutta da verificare, anzi ad oggi sembra muoversi in una direzione molto diversa, e che si muove nella direzione dei “rifiuti zero”, che spiegano i tre partiti, “oltre a rivoluzionare la modalità della raccolta dei rifiuti prova a innescare processi culturali per liberarci dalla moderna schiavitù del consumo e dall’inciviltà dell’usa e getta”. Un documento che non è solo tecnico, ma che si basa su alcune parole chiave che riguardano la partecipazione e responsabilizzazione dei cittadini, percorsi culturali per cambiare comportamenti ed abitudini individuali e sociali consolidate, “con l’obiettivo di realizzare le condizioni per soddisfare i bisogni umani e sociali impiegando meno risorse, consumando meno energia e producendo meno rifiuti, facendo risparmiare i cittadini con la diminuzione delle tariffe e creando nuovo lavoro sul territorio”.

E se a più riprese dai segretari provinciali di Sel, IdV e Prc, a partire da quelli pisani – Dario Danti, Luca Barbuti e Luigi Buoncristiani – è stata ribadita la necessità dell’apertura di un “vero confronto” con il Pd ma anche con la stessa Regione, dall’altro lato i margini sembrano essere molto stretti viste le critiche che i tre partiti muovono alla bozza che ad oggi esiste sul piano interprovinciale, e i tempi di un confronto che non sembrano essere lunghi, visto che già è ampio il ritardo sull’approvazione da parte dei consigli provinciali del piano.

Le forze politiche in questo documento attaccano il cuore e le radici dell’attuale bozza di piano, affermando a più riprese come ciò non rispetti le normative vigenti: “Il Piano continua a prevedere una produzione dei rifiuti di 1.034.000 tonnellate annue al 2020 con un incremento anno dell’1,1% e una produzione procapite di oltre 700Kg ab/anno che non trova riscontro in nessuna altra regione italiana. In questo modo, tutto il capitolo inserito viene completamente disatteso, annullato, perché non si tiene conto della riduzione stimata in circa 160.000 tonnellate di rifiuti determinata dai piani di Azione per la prevenzione e riduzione”.

“Questa impostazione – spiega Baronti – è per noi inaccettabile, questo scenario per dimensionare il sistema impiantistico è illegittimo, si pone al di fuori delle normative vigenti”.

Il terreno di scontro con il Pd è ovviamente la questione della moltiplicazione sul territorio di inceneritori, a partire dal mega impianto che si prevede di realizzare a Livorno.

“Con questa impostazione del tutto strumentale e illegittima – attaccano IdV, Sel e Prc – l’impiantistica proposta risulta sovradimensionata rispetto al reale fabbisogno. Per noi può esistere solo un Piano che mette al primo posto, nella scala delle priorità, la prevenzione e la riduzione e su questo scenario dimensiona il suo sistema impiantistico che necessariamente avrà caratteristiche diverse da quello proposto dal Piano. E’ necessario iniziare subito, senza esitazioni e con determinazione, il percorso di transizione dal vecchio al nuovo sistema, e, lungo questo percorso le tecnologie tradizionali per lo smaltimento, (discariche ed inceneritori) saranno destinate ad assumere un ruolo secondario e sempre più marginale, mentre, acquisteranno centralità, le buone pratiche operative, le azioni di separazione e differenziazione, di recupero e riciclaggio e di conseguenza crescerà e si consoliderà un’impiantistica di valorizzazione delle materie prime seconde recuperate e una adeguata filiera industriale del riciclaggio strettamente legata e connessa con il mondo scientifico della ricerca e dell’innovazione per poter aprire nuove opportunità e possibilità di riciclaggio e di riutilizzo della materia recuperata”.

“Questo Piano – dicono all’unisono tutti gli esponenti delle 4 province presenti alla conferenza stampa proprio per dare un segnale di unità – è ancora prigioniero della vecchia cultura novecentesca, è l’esatta proiezione della situazione esistente ai prossimi venti anni. Noi diciamo NO alla realizzazione di nuovi inceneritori semplicemente perché, con una nuova moderna politica di gestione dei rifiuti, nel prossimo futuro, non ne avremo più bisogno”.
Il responsabile nazionale di Sel, Baronti incalza ancora: “Il fallimento dell’attuale sistema di gestione toscano è del tutto evidente, emerge dal fatto che la Toscana si colloca al 10° posto per raccolta differenziata e al primo nella produzione procapite dei rifiuti per una pessima abitudine di non separare i diversi flussi di produzione dei rifiuti e per la totale assenza di un’offerta pubblica di un servizio differenziato trasparente per gli speciali delle utenze non domestiche”.

La richiesta che viene è quindi quella di valorizzare gli esempi virtuosi che già esistono, cosa invece del tutto assente: “Questo piano ignora completamente le innumerevoli esperienze consolidate presenti in questo paese e anche nella nostra Regione, che dimostrano inequivocabilmente che la generalizzazione delle raccolte differenziate domiciliari hanno l’effetto benefico di ridurre considerevolmente la produzione dei rifiuti. Di questo non c’è traccia nel Piano, eppure, queste esperienze ci forniscono dati reali, consultabili e pubblici, che dimostrano che in tutte le realtà, anche di area vasta dove è stato attuato il passaggio al moderno sistema di raccolta differenziata domiciliare, questo ha prodotto una drastica riduzione della produzione procapite dei rifiuti che è scesa a 400kg per abitante con punte massime di 471 kg”.

Sel, IdV e Prc avanzano al contempo una linea propositiva ben precisa: “L’unico modo per ridurre la produzione dei rifiuti è quello di mettere a sistema la raccolta differenziata “porta a porta” entro il 2016, estesa a tutto il territorio dell’ATO Costa, creando in questo modo oltre mille posti di lavoro con investimenti di gran lunga inferiori rispetto a quelli previsti nel Piano. Questo obiettivo è del tutto realistico e fattibile ci vuole solo la necessaria volontà politica per realizzarlo”.

“Noi crediamo – aggiungono – che continuare a prevedere nel Piano sistemi di raccolta integrati misti sia un errore grave e imperdonabile alla luce delle tante esperienze che ci dicono che fintanto che rimane anche un solo cassonetto in strada questo funzionerà da catalizzatore di rifiuti urbani e speciali. Il passaggio alla raccolta differenziata domiciliare può anche seguire un processo graduale progettato per aree geografiche omogenee, ma quando si passa al Porta a porta questa deve essere integrale per tutte le tipologie di rifiuto e senza più alcuna possibilità di conferimento in forma anonima in cassonetti stradali. La messa a sistema delle raccolte differenziate domiciliari consentirà, in tempi ragionevolmente brevi il passaggio alla tariffazione puntuale che rappresenta un traguardo di equità e giustizia nei confronti dei cittadini”.

Insomma da Pisa parte un messaggio chiaro al Pd: o c’è una svolta su un tema che è stato definito più volte da tutti i presenti centrale nell’agenda politica o il voto al piano sarà sfavorevole. Uno scenario questo le cui conseguenze politiche potrebbero essere dirompenti in molte amministrazioni.

“Chiediamo – concludono IdV, Sel e Prc – che a tutti i livelli istituzionali compresa la Regione, anche alla luce dell’imminente riassetto delle Province, si apra con urgenza un tavolo politico di confronto sulle strategie di gestione dei rifiuti in cui poter affrontare, senza chiusure pregiudiziali, le problematiche connesse ad un modello che noi consideriamo obsoleto, costoso e soprattutto inefficace”.

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