Alla Sepi da tempi determinati ad interinali. E alla lunga costa anche di più. Il pubblico si adegua alla precarizzazione

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precari-tregiorni_021-300x283Rifondazione Comunista Pisa

Una città in comune

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Dal 2010 al 2014 il personale di Sepi, di cui il Comune di Pisa detiene il 96,19% delle quote, è aumentato passando da 64 a 75 unità. Nel 2015, invece, si registra una riduzione a 69 unità, dovuta però alla decisione di ricorrere massicciamente all’utilizzo di personale interinale. Infatti nel 2015 sono stati ben 19, di cui un operaio e 18 impiegati, gli interinali assunti da Sepi tramite l’agenzia di lavoro interinale Atempo Spa. Che si tratti di una scelta strategica è dimostrato dal fatto che se nel 2015 la spesa per contratti interinali è stata di 261 mila euro, per il 2016 la partecipata prevede addirittura un incremento di budget per un totale di 301 mila euro. A fronte di una possibilità di assumere a tempo indeterminato, Sepi sceglie, quindi, la strada della precarizzazione del lavoro, dietro la falsa motivazione della riduzione dei costi.

La propaganda secondo la quale sarebbe conveniente da un punto di vista economico prendere gli interinali viene smentita seccamente dal “Referto sul controllo delle società partecipate, anno 2015″ redatto dall’Ufficio Partecipazioni del Comune di Pisa in cui si legge: “l’operazione potrebbe nel tempo non essere economicamente vantaggiosa dato che i contratti di somministrazione comprendono, oltre che allo stipendio del lavoratore, anche il margine per l’agenzia interinale”.

Da questo documento risulta però qualcosa di peggio, su cui chiediamo che venga fatta immediatamente chiarezza da parte della stessa Sepi, del Comune di Pisa e dei soggetti preposti. Infatti dalla relazione emerge un particolare: “su 19 lavoratori interinali ben 15 sono già in servizio con contratti a tempo determinato presso Sepi o la sua controllata Sepi Service”. Come è possibile che sia accaduto un fatto simile?

Ricordiamo che Sepi è una società a maggioranza pubblica e quasi interamente controllata dal Comune di Pisa: le responsabilità a fronte di simili scelte e fatti sono, quindi, evidentemente politiche.

Non dovrebbe essere il pubblico  il primo datore di lavoro di qualità e non produttore di precarietà?

Ricordiamo, infine che la precarizzazione dei rapporti di lavori e la mancata garanzia della continuità di servizio possono nuocere gravemente all’efficacia stessa di un lavoro così importante, come i controlli e la lotta all’evasione e all’elusione fiscale  in una città come Pisa spesso preda degli evasori.

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