Il Centro sinistra, la sinistra di governo e il mito di Sisifo

A cura di

sisifo

Rifondazione Comunista Pisa

Una città in comune

Ci perdoneranno se per inquadrare il nuovo mito del centrosinistra e della sinistra di governo decantato dalle nuove formazioni degli esuli del PD (articolo 1 – MDP) e dal Campo Progressista di Giuliano Pisapia, ricorriamo ad un mito assai più datato come quello di Sisisfo. Quest’ultimo per la sua arguzia venne condannato per l’eternità a spingere un masso dalla base alla cima di un monte. Tuttavia, ogni volta che Sisifo raggiungeva la cima, il masso rotolava nuovamente alla base del monte. Ogni volta Sisifo avrebbe dovuto ricominciare da capo la sua scalata senza mai riuscirci. La similitudine ci è suggerita dalla presunzione di una certa “sinistra di governo” nel poter condizionare i processi di carattere economico e sociale imposti dal capitalismo finanziario a livello europeo, nazionale e internazionale. Come nel caso di Sisifo vincere la forza di gravità costa immani fatiche, così la cosiddetta “sinistra di governo” in nome di una “presunta responsabilità” ha sottoscritto ed accettato l’uno dopo l’altro compromessi, sempre più al ribasso fino a diventare alfiere delle peggiori politiche neoliberiste. E gli effetti di questa scelta di campo e dell’attuazione di politiche di destra ed antipopolari si sono tradotte in una estraneità e lontananza sempre più forte, anche in termini di consenso elettorale – come dimostrano anche le recenti analisi del voto –  dai ceti popolari e da coloro che più hanno sofferto, soffrono e soffriranno le crisi economiche, a favore del Movimento 5 stelle e della destre.

Questa è la responsabilità storica del “centro-sinistra”: varare provvedimenti legislativi nazionali che hanno sradicato i diritti, la scelta tutta ideologica di investire prioritariamente sull’impresa a scapito del lavoro, che il centrosinistra in tutte le sue declinazioni istituzionali ha ratificato in ossequio al modello e al pensiero unico del capitalismo finanziario, non sta facendo altro che agevolare l’affermazione di nuovi rigurgiti autoritari.  Noi ci muoviamo in maniera ostinata e contraria in una  direzione opposta rispetto a questo mito governista” e ai suoi effetti devastanti. Per noi è d’obbligo, invece,  insieme ai milioni di persone sempre più colpiti dalla crisi e alle tante forze sociali che ogni giorno portano avanti importanti battaglie per i diritti e il lavoro costruire una risposta popolare e dal basso  a questi bisogni a partire da una opposizione in Italia come in Europa contro questo modello economico economico che produce solo diseguaglianza, povertà e guerra.

Andrea Corti

Francesco Auletta

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