Prc e Gc Pisa : “LA SCUOLA AZIENDA NON LA VOGLIAMO! INVALSI E ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO SONO STRUMENTI DELLA PRIVATIZZAZIONE DEL SAPERE”

A cura di

noinvalsiRifondazione   Comunista   Pisa

Giovani   Comunisti/e   Pisa

Da anni è in corso nel nostro Paese un attacco al diritto allo studio che coinvolge sia il livello dell’istruzione di base (dalla scuola primaria alla secondaria di primo e secondo grado) che i percorsi di formazione superiore (università e ricerca): la scuola e l’università pubbliche della Costituzione sono messe a dura prova dalla serie di controriforme che si sono susseguite negli ultimi venti anni.

È un attacco che i governi delle destre e del centrosinistra hanno realizzato attraverso pesantissimi tagli alle risorse (nessun incremento di spesa tra il 2000 e il 20109, mentre ci sono tagli per il 10,4% tra il 2010 e il 2012 [dati Commissione europea!]); restaurazioni classiste (Moratti, Gelmini) che hanno rimodellato gli indirizzi di studio e gli orari scolastici riportando l’Italia ad un modello di scuola anni Cinquanta; riforme aziendalistiche (L.Berlinguer, Giannini) che hanno introdotto una logica imprenditoriale (si utilizzano termini che evidenziano la mercificazione dell’istruzione: utenti, debiti, crediti…).

Chi soffre maggiormente per questi tagli sono innanzitutto le/gli studentesse e studenti, che sono stati aumentati di numero per classe, poi il personale tecnico-amministrativo e ausiliario (i collaboratori scolastici) che ha subito tagli pesantissimi in termini di occupazione, gli insegnanti precari (ma non solo) che hanno visto contrarre sensibilmente gli organici, con quanto ne consegue sul piano della didattica e dell’organizzazione del lavoro.

L’origine della aziendalizzazione della scuola pubblica italiana è la Legge dell’autonomia scolastica del 1997 che ha introdotto la concorrenza tra gli istituti, a cui segue l’inserimento delle prove INVALSI nel 2007 per misurare il grado di apprendimento degli alunni fin dalle scuole elementari (seconda e quinta), e che avrebbero dovuto essere anonimi, cosa smentita dall’estensione delle Prove INVALSI all’Esame di Terza Media.

Il ricorso ai test INVALSI rappresenta una degradazione del processo formativo dell’istruzione perché sono lo strumento per ridurre i percorsi educativi e pedagogico-didattici a un mero addestramento, distruggendo la possibilità di un apprendimento critico.

I test INVALSI sono l’anticamera per presentare l’istruzione come un esercizio di omologazione al pensiero dominante e a modelli di valutazione che hanno la loro origine nelle misurazioni delle prestazioni aziendali: un vero e proprio programma propagandistico che plasma gli studenti, fin dall’infanzia, a ritenere che istruirsi sia performarsi a risposte predefinite, precompilate, in cui la rielaborazione, il dubbio, la problematicità devono essere banditi in nome di una efficienza omologata del pensiero e del sapere.

I governi Renzi/Gentiloni e i Ministri Giannini/Fedeli, con la Legge 107 (della “mala scuola”) e i decreti attuativi approvati il mese scorso, ha portato a compimento il processo di aziendalizzazione della scuola pubblica introducendo l’obbligo dell’alternanza scuola-lavoro che rende gli studenti in forza lavoro a costo zero.

Inoltre, l’annunciata integrazione dell’Esame di Stato (la “Maturità”…) con le prove INVALSI dimostra che, per il Partito Democratico e l’attuale maggioranza, la scuola pubblica dovrebbe sempre più piegarsi alle logiche del mercato e asservirsi agli interessi padronali, permettendo lo sfruttamento di manodopera a costo zero da parte delle aziende che ospitano le scolaresche e formando le coscienze delle studentesse e degli studenti alla condizione del precariato.

Perciò, il Partito della Rifondazione Comunista e i Giovani Comunisti di Pisa aderiscono alla giornata di protesta e mobilitazione, sostenendo il boicottaggio promosso dagli studenti delle scuole medie superiori in occasione della somministrazione delle prove INVALSI martedì 9 maggio.

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