REDDITO PER TUTTI E TUTTE: CI SI SALVA E SI VA AVANTI SOLO INSIEME

A cura di: GIOVANI COMUNISTI/E Pisa

Come Giovani Comunisti/e di Pisa aderiamo e rilanciamo con convinzione la campagna nazionale portata avanti dalla giovanile e da Rifondazione Comunista tutta, in adesione alla petizione lanciata da BIM Italia per l’allargamento del reddito di cittadinanza a tutti e a tutte. La necessità di un reddito di base universale è diventata prepotentemente attuale nel momento di emergenza che stiamo affrontando: quante le famiglie che sono ad oggi escluse dagli ammortizzatori sociali? Quanti gli individui tagliati improvvisamente fuori dal mondo del lavoro? Quante le persone che fino ad oggi erano riuscite a sopravvivere solo tramite il lavoro nero, gli stage, i tirocini, il lavoro precario e quello occasionale? Quante le persone, sulla nostra costa, che pagheranno il ritardo, se non la cancellazione, della stagione estiva? Quanti i soggetti che da anni vivono sotto il ricatto di un lavoro non sicuro, mal pagato, a condizioni indignitose ma che spesso sono “meglio di niente”?

Il reddito di base diventa in questa fase la traduzione del diritto all’esistenza, per uscire dal ricatto di condizioni di lavoro che ci chiedono di scegliere tra un reddito e la nostra salute. È una risposta alla mancanza di liquidità per i propri bisogni essenziali oggi, e una tutela per la crisi economica che ci investirà, domani, alla fine di quella sanitaria.

Chiediamo che sia riformata la misura del cosiddetto Reddito di Cittadinanza, per estendere e ampliare significativamente la platea di tutti e tutte coloro che sono esclusi da questa forma di sussidio, i poveri esclusi da diverse forme di assistenza, gli stranieri e i lavoratori del sommerso. Chiediamo che vengano semplificate le procedure di richiesta alla contribuzione e adattata allo stato eccezionale in cui moltissimi lavoratori e moltissime lavoratrici si sono improvvisamente trovati.

Tutto questo deve necessariamente coordinarsi con la garanzia della messa in sicurezza per i lavoratori e le lavoratrici che non possono rimanere a casa: come ci suggerisce la nostra cronaca locale, in questi casi sono necessari protocolli più stringenti per tutelare i lavoratori e le lavoratrici tramite l’uso di DPI appropriati e modelli di organizzazione del lavoro che eliminino il rischio del contagio.

Che il Lavoro torni ad essere un diritto e uno strumento non di ricatto ma di emancipazione personale e fattore positivo per il proprio sviluppo individuale e collettivo, proprio ora che la mancanza di esso rischia di trasformarsi in problemi psicologici per tutti e tutte e causa dell’inasprimento delle situazioni già drammatiche all’interno delle famiglie.

Contro la violenza del Capitale, noi vogliamo il reddito di base universale. Contro le sofferenze individuali, noi diciamo che la soluzione si raggiunge solo tutti e tutte insieme.

Per questo ci mettiamo la faccia e estendiamo l’invito a partecipare alla foto petizione.

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