SCUOLE APERTE E SICURE: OCCORRE UN PIANO NAZIONALE PER LA SCUOLA PUBBLICA, NON L’ANTICIPAZIONE DELLA AUTONOMIA DIFFERENZIATA

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Oggi lunedì 11 gennaio hanno riaperto le scuole superiori, ma solo in tre regioni, tra cui la Toscana assieme ad Abruzzo e Val d’Aosta: non rispettando l’accordo stipulato in sede di Conferenza Stato-Regioni il 23 dicembre, tra il Ministro Azzolina e i Presidenti delle Regioni, che indicava il rientro in presenza delle secondarie di secondo grado il 7 gennaio – peraltro slittato all’11 – la maggior parte delle Regioni si sono via via sfilate sulla base dei dati epidemiologici.


Questa scelta è stata dettata dall’andamento epidemiologico, che in molte regioni è nuovamente preoccupante (in Veneto, in Lombardia, in Campania): è evidente che la parziale e limitata apertura nei giorni precedenti alle festività natalizie ha provocato un nuovo aumento della curva dei contagi, scesa troppo lentamente da novembre, ma è anche l’ammissione di inefficienza delle Regioni rispetto all’organizzazione del piano dei trasporti pubblici locali, come della medicina territoriale: gli allentamenti predisposti per dare una boccata di ossigeno alle attività commerciali (quelle della vendita al dettaglio, non quelle delle piattaforme dell’ e-commerce, che prosperano in perfetta sinergia con le aziende di logistica per consegne a domicilio tramite corriere) stanno dunque provocando  il rinvio di due o tre settimane del rientro in presenza per milioni di studenti delle superiori, sempre che non avvengano ulteriori rinivii a data da definirsi. La didattica digitale è una risorsa importante e una soluzione necessaria per l’emergenza, ma non può essere “normalizzata” e diventare la modalità prevalente del processo formativo, come qualche esponente di fondazioni padronali sempre più esplicitamente afferma.


L’anno scolastico si avvia così ad un disastro irrecuperabile per una generazione di studenti: per la perdita delle relazioni personali sia tra studenti che con i docenti, aspetto decisivo per costruire il dialogo educativo fondamentale per la formazione culturale e civile di alunne e alunni, e per la dispersione scolastica conseguente all’aumento di abbandoni (ufficiali o non registrati formalmente) che si vanno registrando, prevalentemente tra gli strati sociali più disagiati socialmente ed economicamente. In queste settimane stiamo assistendo sempre più spesso a scene di violenza gratuita, risse, spedizioni punitive di gruppi di adolescenti ormai fuori controllo: è ora di intervenire e restituire a questa generazione una speranza, una prospettiva e un futuro, che non può essere garantita dalla digitalizzazione, fase estrema dell’aziendalizzazione della scuola pubblica. La scuola del diritto allo studio, costituzionalmente garantito a tutti indipendentemente dalle differenti provenienze sociali, sta collassando, e questo processo non potrà essere arrestato e invertito semplicisticamente potenziando la didattica digitale.


Vi è inoltre il fenomeno dello sgretolamento dello Stato centrale, con le scelte autonome delle Regioni che disarticolano qualsiasi parvenza di unitarietà della scuola pubblica: dopo il disastro provocato dalla disarticolazione del Sistema Sanitario Nazionale con la regionalizzazione in venti sistemi scoordinati e fortemente disomogenei, adesso assistiamo allo sgretolamento del sistema dell’istruzione nazionale e un anticipazione di quella autonomia differenziata auspicata e invocata da molti presidenti di Regione sia di destra che di centrosinistra (primo tra tutti il Presidente dell’Emilia Romagna, il dem Bonaccini).


La Toscana dunque virtuosa, in questo scenario? Intanto non è chiaro per quanto tempo sarà possibile mantenere le scuole superiori aperte, secondo quanto spiegano gli esperti, ma il punto è che anche in Toscana, nonostante le rassicurazioni di Giani e della Giunta, il potenziamento dei mezzi del trasporto pubblico locale – promesso da province e comuni – potrebbe non essere sufficiente a garantire il distanziamento e a contrastare la diffusione dei contagi. Vi è inoltre il sistema del monitoraggio da parte dei Dipartimenti di Medicina Territoriale che non ha finora garantito interventi efficienti ed efficaci, non riuscendo a sostenere il ritmo dei tracciamenti in caso di individuazione di positivi nelle comunità scolastiche: mancano i medici e gli infermieri, e quelli che sono stati assunti non sono sufficienti evidentemente a tenere sotto controllo il contenimento dei contagi. Il rientro ha dunque il sapore di una mossa propagandistica, che ci auguriamo non debba essere rievocato in poche settimane.


La necessità di un piano nazionale per la scuola pubblica, che permetta a alunni e alunne, docenti e custodi delle scuole di ogni ordine e grado di rientrare in sicurezza è più che mai necessario: occorrono però investimenti massicci, nell’edilizia scolastica e nell’assunzione di personale (stabilizzando i precari, che rappresentano quasi un quarto del personale impiegato ogni anno tra docenti e ATA) e nella riduzione significativa del numero di alunni per classe (per eliminare le cosiddette “classi pollaio”). È il solo modo per garantire la “sicurezza” non solo in tempi di pandemia, ma anche quando auspicabilmente si tornerà ad una qualche forma di “normalità”.


Rifondazione Comunista è al fianco di tutti coloro che lottano per scuole aperte e sicure, pretendendo il ripristino delle lezioni in presenza garantendo la maggiore sicurezza possibile per evitare il contagio nei locali scolastici.


Per questo sabato 16 gennaio dalle ore 16 saremo in Piazza XX Settembre, davanti al Comune di Pisa, per manifestare insieme a studenti, docenti e genitori, con associazioni, forze sindacali, organizzazioni politiche, per chiedere un piano nazionale di investimenti per nuovi spazi e un trasporto pubblico locale veramente efficiente, presidi territoriali per monitorare le condizioni sanitarie nelle scuole di tutto il territorio, assunzioni di personale su tutte le cattedre vacanti e un piano di reclutamento straordinario, un nuovo progetto educativo strategico per il rilancio della scuola pubblica e l’immediata vaccinazione per il personale della scuola: la scuola è un’istituzione democratica fondamentale, il baluardo della difesa costituzionale al diritto all’istruzione per tutte e tutti le/i cittadine/i, e per questo tutte le risorse della società devono concorrere a preservare e rilanciare la scuola pubblica non solo in situazioni di eccezionalità come quella che stiamo attraversando, ma soprattutto per il futuro.

Rifondazione Comunista – Federazione di Pisa

No fund from Kerala government, special school teachers, students, parents  strike | Latest News- Edexlive

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