PER QUANTO ANCORA … FERMIANO LE STRAGI DA LAVORO

Una nuova vittima nella nostra provincia, a Santa Croce, un uomo schiacciato da un’escavatrice, evidentemente in una situazione priva di dispositivi di sicurezza adeguati. L’ennesima “morte bianca”, come ipocritamente si definiscono le morti sul lavoro, che si aggiungono ad altre tre vittime di ieri in altre regioni, in una continua scia di sangue che pare impossibile fermare. Eppure, è evidente che ci sono responsabilità umane, di chi ha il controllo e la proprietà delle aziende e dei cantieri in cui si svolgono attività rischiose, con macchinari troppo spesso non controllati o addirittura manomessi per poter accelerare le operazioni e accumulare guadagni e profitti (non sempre neppure lauti, talvolta miseri, ma comunque sempre inaccettabili rispetto ai rischi che si fanno correre a lavoratori e lavoratrici).

È  un vero e proprio stillicidio di morti da lavoro, che pesano sulla coscienza di tutti, noi compresi che non riusciamo a trovare il modo di fermare questa strage e continuiamo a esprimere il dolore e l’angoscia per responsabilità sociali e umane: non è un destino, né tantomeno qualcosa di “accidentale”, semmai si possano considerare casuali gli aumenti di incidenti gravi e letali, l’incremento di malattie professionali, le mutilazioni e le conseguenze sulla salute dovute a lavori usuranti (troppo spesso non riconosciuti).

È ora di uscire dall’indignazione, reagire e chiedere decisamente di ridefinire e applicare gli strumenti normativi, giuridici e di controllo per fermare le tragedie del lavoro: avviare piani straordinari di carattere nazionale e regionale per l’assunzione massiccia di personale negli ispettorati del lavoro e nelle ASL; effettuare controlli costanti e a tappeto nelle aziende e sui cantieri;  contrastare gli interessi privati e denunciare le responsabilità politiche che gravano pesantemente sui diritti di lavoratori e lavoratrici; creare organismi di controllo operaio interno nelle aziende, nei magazzini, nei cantieri. 

Se non si ricrea una coscienza di classe e di solidarietà che tuteli e difenda i soggetti più ricattabili costretti a lavorare senza sicurezza o con orari indefiniti, difficilmente potranno essere sconfitti sfruttamento e logica del profitto che dominano come unici principi sul mondo del lavoro.

Rifondazione Comunista sarà sempre a fianco di lavoratori e lavoratrici e lavorerà per costruire una mobilitazione necessaria a far finire questa vergogna che insanguina i nostri territori.

Giovanni Bruno
Per Rifondazione Comunista – Federazione di Pisa

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