Negli ultimi giorni sono emerse da un’inchiesta de il Post prove inquietanti: fotografie e testimonianze confermano che nelle strutture militari di Pisa – dal Centro di Paracadutismo all’area di San Giusto – vengono effettuati addestramenti destinati alle forze del generale *libico* Khalifa Haftar.
A marzo 2023 investigatori indipendenti per i diritti umani nominati dalle Nazioni Unite hanno affermato, in un dettagliato rapporto, che le autorità libiche e le milizie armate, comprese quelle sotto il comando di Haftar, sono state responsabili di una vasta gamma di crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Gli investigatori hanno documentato la pratica diffusa di detenzione arbitraria, omicidio, tortura, stupro, riduzione in schiavitù e sparizione forzata, registrando per la prima volta casi di schiavitù sessuale commessa ai danni dei migranti.
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, lo scorso 29 maggio, ha rinnovato l’embargo di armi verso la Libia con la Risoluzione 2780. I principali sospetti nell’ambito dell’ingresso nel paese di considerevoli quantità di armamenti riguardano soprattutto la Turchia e la Russia, impegnate in modo palese nel sostegno rispettivamente delle autorità politiche di Tripoli e di quelle orientali di Tobruk, guidate dal generale Haftar.* Da varie pubblicazioni dell’ISPI emerge chiaramente un quadro di cleptocrazia, di poteri legati al contrabbando di petrolio, migranti, armi e risorse minerarie sotto il controllo delle milizie di Haftar e di figure politiche colluse. Il processo democratico è fermo mentre l’intero sistema nazionale è frammentato tra élite rivali che lucrano sugli introiti dell’energia.
In questo contesto rivolgiamo al Sindaco Conti che ancora ha scelto la strada del silenzio, e quindi della complicità, queste domande fondamentali:
È informato che a Pisa vengono addestrati soldati legati a un regime accusato di gravi abusi e sostenuto da potenze straniere violate dell’embargo?
Ritiene accettabile che il nostro territorio diventi supporto a un progetto militare fondato su milizie associate a traffici illeciti, corruzione, sequestro delle risorse nazionali e controllo clientelare?
Intende chiedere conto al Ministero della Difesa su questi addestramenti, oppure resterà in silenzio per non ostacolare relazioni con l’esecutivo nazionale?
Come giustifica il sostegno rispetto alla nuova base Tuscania/GIS a San Rossore, quando si trasforma Pisa in un nodo di militarizzazione capace di legittimare attività opache e incompatibili con il diritto internazionale e con i principi della nostra Costituzione?
Le chiediamo un atto di chiarezza: prenda posizione pubblicamente. La cittadinanza ha diritto a sapere se Pisa intende sostenere – anche indirettamente – questi scenari di destabilizzazione.
Diritti in comune (Una città in comune, Rifondazione Comunista – Pisa città)
