Barbuti: “Acqua, giusto ribellarsi se si calpestano sentenze e referendum”

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(da “La Voce del Serchio”, a cura di Ovidio Della Croce) Intervista a Luca Barbuti, segretario provinciale di Rifondazione Comunista. “Ribellarsi è giusto se il governo calpesta la sentenza della Corte Costituzionale e il risultato del referendum”

Luca Barbuti segretario provinciale di Rifondazione Comunista lavora dietro il banco del bar a Molina di Quosa che gestisce insieme al fratello Carlo. Gli parlo dell’acqua nel posto dove qualche anno fa, mi pare il 2007 ma mi sembrano secoli, Acque Spa piombò il rubinetto sempre per una battaglia civile sull’acqua. Si ferma, e vedo la concentrazione fulminea nel suo sguardo. Con lui ho fatto tante battaglie quando era assessore al Comune di San Giuliano e ormai siamo diventati anche militanti del popolo dell’acqua. E su questo facciamo due chiacchiere insieme.

Senti Luca, un bel risultato quello della sentenza della Corte Costituzionale del 20 luglio.
La sentenza della Corte ha un valore storico per la democrazia nel nostro paese. Perché, dopo la straordinaria vittoria referendaria, oggi è chiaro che deve essere rispettato quello che hanno scelto 27 milioni di italiani: l’acqua e i servizi pubblici devono essere pubblici. La sentenza della Corte denuncia e elimina una clamorosa frode; infatti, si dice esplicitamente che i vari decreti in materia hanno riprodotto parti delle norme abrogate col referendum, addirittura rendendole più restrittive, violando così l’articolo 75 della Costituzione. Dunque, vengono cancellate le privatizzazioni di Tremonti e Monti.

Una sentenza storica, non ti sembra di esagerare.
No, è una sentenza importantissima che ha un grande rilievo politico e culturale, perché contiene l’indicazione di tenere fuori dalla stretta logica di mercato i servizi essenziali per la vita dei cittadini. Che è quello che hanno scelto i cittadini che hanno votato al referendum. Questa volontà popolare deve essere rispettata, tanto dal governo Berlusconi quanto dal governo Monti. Invece, in modo “bipartisan” il governo Berlusconi prima e il governo Monti ora la calpestano.

Il dl n. 95/2012 sulla spending review contiene diversi elementi che molti giurusti hanno definito di dubbia compatibilità con il quadro costituzionale in materia di servizi pubblici locali.
È vero, ancora una volta il parlamento sta per convertire in legge un decreto del governo che, oltre a violare la volontà referendaria espressa da 27 milioni di cittadini contro le privatizzazioni selvagge, calpesta la recente sentenza della Corte costituzionale che ha chiaramente affermato il vincolo referendario.


Il referendum sottraeva l’acqua e altri beni essenziali alla privatizzazione, ma ora c’è la crisi, viviamo tutti giorni sotto l’assedio dello spread e la Bce detta, lo dico con una parola più tenue di privatizzazione, la liberalizzazione dei servizi municipali.
La festa per l’uscita di scena di Berlusconi e della sua corte è stata interrotta bruscamente dalla crisi che già c’era e che il governo precedente negava. Eravamo pieni delle speranze suscitate dalla storica vittoria del referendum e ci siamo trovati ad annaspare nel mare nero della crisi con il rischio di naufragio. Ma la merce più preziosa che abbiamo è democrazia, che è la nostra scialuppa di salvataggio. Il parlamento, il governo e i cosiddetti poteri forti devono rispettare la volontà del popolo sovrano. Per questo bisogna rifiutare la logica emergenziale in economia che pretende di travolgere tutto, Costituzione compresa.

La scialuppa ce l’abbiamo, manca la bussola per l’orientamento politico.
Andare in direzione ostinata e contraria contro chi vuole annullare il voto di 27 milioni di cittadini e cittadine, questa è la direzione che dobbiamo prendere. È una direzione molto faticosa e molto precisa per le forze politiche. Noi di Rifondazione Comunista teniamo diritta la barra, rispettare la volontà popolare con azioni concrete e coerenti e guardare lontano. I partiti che sorreggono Monti devono tener presente la sentenza della Corte costituzionale e abbandonare quegli atteggiamenti complici che tendono ad aggirare la volontà popolare che si espressa con il voto di 27 milioni di persone.

Ora la “Campagna di Obbedienza Civile” promossa dal Forum dei Movimenti per l’Acqua, sostenuta anche dalla Caritas Toscana, dall’Arci e da tanti altri soggetti acquista un’ulteriore legittimazione che consiste nel pagare la bolletta di Acque spa con una riduzione pari alla componente della “remunerazione del capitale investito”, remunerazione abolita dal secondo quesito referendario.
Sì, se i partiti che sorreggono il governo in parlamento non rispetteranno la volontà popolare ribadita dalla Corte Costituzionale non se la prendano poi con i cittadini, i comitati del movimento e chi come noi si ribella alle vecchie e nuove leggi truffa. Mi riferisco a chi è impegnato nella “Campagna di Obbedienza Civile” per ripristinare la legalità fissata con il risultato referendario. Noi di Rifondazione Comunista non staremo con le società di gestione a difendere gli interessi delle multinazionali, ma saremo con i cittadini e per questo abbiamo aderito alla “Campagna di obbedienza civile” e ci stiamo auto riducendo del 18,18% la bolletta di Acque Spa come fanno tanti cittadini e cittadine.

A fine luglio è partita una diffida degli utenti nei confronti di Acque Spa.
Diffidiamo l’azienda Acque Spa dal sospendere l’erogazione dell’acqua a chi, in virtù del risultato referendario e della sentenza della Corte Costituzionale, si sta autoriducendo la bolletta. I minori introiti si possono ricoprire con i 19 milioni di euro percepiti dagli azionisti nel 2012 e con le migliaia di euro percepiti dai dirigenti di partito (e sottolineo di partito per non offendere chi professionalmente è nel giusto) alle dipendenze di Acque spa e collegate. Vorrei rivolgere un invito ai cittadini e alle cittadine a non farsi intimidire dalle minacce dell’azienda che gestisce il servizio idrico e a partecipare attivamente alla Campagna di Obbedienza Civile. Con l’acqua è successo che “Prima ti minacciano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci”. È una frase di Gandhi e si legge sul sito del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua.

E i Sindaci cosa possono fare?
Intanto le forze politiche come Sel e Idv, che si sono impegnate con noi nel referendum, spero facciano altrettanto per la “Campagna di Obbedienza Civile”. Invitiamo i Sindaci a non rendersi corresponsabili di chi calpesta la volontà popolare. Tutto questo in attesa che i valori siano ristabiliti e sia ristabilita la legalità fissata con il risultato elettorale, non come succede ora dove chi rispetta la legge viene definito moroso e viene minacciato di chiusura del rubinetto mentre chi la trasgredisce viene premiato con lauti profitti.

Sorseggio il caffè shakerato che Luca mi ha preparato e bere questo bel freschino con i cubetti di ghiaccio mi da certo più piacere che scrivere questa intervista. Ma non importa, è giusto ribellarsi.

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