Pisa: una città in guerra?

A cura del  Circolo “Gramsci” – PRC Pisa

Una città in guerra?

Le tensioni internazionali stanno per scaricarsi sulla nostra città. La formazione e l’insediamento del Comfose nella caserma dei paracadutisti della “Folgore” a Pisa annunciano scenari di guerra sempre più ravvicinati e imminenti. Pisa è sempre di più una città militarizzata: alla presenza a pochi chilometri dal centro della base operativa di Camp Darby e al potenziamento dell’aeroporto militare nella prospettiva di costruire l’Hub militare nazionale ed internazionale si aggiunge questa nuova operatività delle forze armate che accrescono la presenza e il ruolo dei militari sul nostro territorio.

Il Comando delle Forze Speciali riunirà truppe di vari reggimenti da tutta Italia per un totale di duemila uomini operativi, addestrati e pronti ad intervenire come truppe combattenti dove richiesti dagli alleati della NATO.

Il Governo Renzi sta scherzando col fuoco: l’Italia si prepara alla guerra armandosi in vista di prossime operazioni militari, negli scenari sconvolti del Medioriente, dell’Europa dell’Ucraina, del fronte nordafricano (Libia).

Gli impegni assunti da Renzi con la NATO, all’inseguimento dell’irresponsabile rilancio imperialista verso l’est Europa e l’area mediorientale, vanno nella direzione di un maggiore impegno militare dell’Italia nelle guerre di aggressione in tutto il mondo, con spese militari crescenti fino al 2% del PIL (circa 100 milioni di euro al giorno) ed un’economia sempre più piegata alle logiche di guerra.

La vocazione di Pisa è di città di pace, sensibile alle ragioni del pacifismo, dell’antimilitarismo, a difesa dell’articolo 11 della Costituzione e contro le aggressioni imperialiste e le guerre mascherate da operazioni di peace keeping.

Perché dall’Amministrazione comunale, dal Sindaco Filippeschi, dalle forze della maggioranza (PD e SEL) non si leva alcuna voce contro questa escalation militarista nella nostra città?

Facciamo appello a tutti i pacifisti, agli antimilitaristi, ai cittadini democratici per unire le voci di dissenso e di indignazione contro la prospettiva di interventi militari italiani, con forze combattenti speciali in scenari di guerra, che Renzi, Pinotti e Mogherini stanno promettendo agli alleati, mostrando che Pisa non è una base di guerra, ma una città di pace.

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