Il Comune non doveva accettare le fideiussioni della Sviluppo Navicelli: nessun controllo mai effettuato

A cura di

omino-lente-ingrandimento-1Rifondazione Comunista Pisa

Una città in comune

La scorsa settimana avevamo portato alla luce lo scandalo delle fideiussioni tossiche consegnate dalla Sviluppo Navicelli al Comune di Pisa per ottenere i permessi a costruire in base alla convenzione siglata l’8 ottobre del 2007 . In questi giorni abbiamo ulteriormente verificato, sentendo anche la Banca d’Italia, che la Unione Credit Finanziaria Spa nel febbraio del 2009 non era una società abilitata a rilasciare fideiussioni per gli appalti pubblici, essendo stata cancellata, in quanto priva dei requisiti necessari, dagli elenchi delle società abilitate con decreto del MEF- Dipartimento del Tesoro, n.235 del 19 dicembre del 2008. Siamo di fronte ad un caso di abusivismo finanziario.

Ad essere chiamati pesantemente in causa sono in primo luogo i vertici della Sviluppo Navicelli, dal momento che questa società ha consegnato reiteratamente della documentazione fittizia. Non solo! Il suo comportamento è tanto più grave in quanto ha omesso sistematicamente di comunicare al Comune di Pisa il fatto che dal 2009 la società con cui aveva stipulato le fideiussioni era in liquidazione e poi che nel 2013 aveva cessato le proprie attività.

Per quanto riguarda la condotta del Comune emerge in maniera altrettanto netta come non vi siano stati controlli al momento della consegna delle fideiussioni dalla Sviluppo Navicelli. A questo si aggiunge che, quando nel gennaio del 2015 è stata fatta la prima verifica sulla Union Credit Finanziaria Spa, pur accorgendosi che la società era cessata nel 2013, l’amministrazione non ha intrapreso alcuna azione a tutela dell’interesse pubblico.

E’ parimenti grave e costituisce un precedente inammissibile il fatto che l’amministrazione, in tutti questi mesi (per non dire anni), non abbia mai informato le autorità di vigilanza competenti di questa condotta della Sviluppo Navicelli.

Siamo di fronte ad un modello di rapporti tra una amministrazione comunale e un soggetto privato a dir poco distorto.
E non finisce qui: l’amministrazione comunale ha consentito lo smontaggio del centro di raccolta dei rifiuti del Gargalone, realizzato nel 2013 con risorse pubbliche. Questo è avvenuto su richiesta di Ikea, che non voleva tale centro nei pressi dell’ingresso del proprio negozio in via di realizzazione e aveva chiesto pertanto di trasferirlo. Sviluppo Navicelli avrebbe dovuto operare il trasferimento e, anche su questo, il Comune ha dato via libera all’operazione proprio sulla base di fideiussioni tossiche.

Ad oggi il centro di raccolta rifiuti non esiste più e se il Comune volesse riallestire questa struttura dovrebbe ripagarla nuovamente con risorse pubbliche.

Solo grazie al nostro attento e documentato lavoro di controllo e denuncia oggi emerge questo scandalo.

Ancora una volta si dimostra come questa amministrazione non abbia messo l’interesse pubblico e dei cittadini al centro della propria azione, come invece è suo dovere. Per queste ragioni, come ribadiamo ormai da qualche tempo, riteniamo quanto mai necessario, urgente e salutare un cambiamento alla guida di questa città

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