IL TRASFORMISTA: Il racconto che leggerete nelle prossime settimane ci riguarda tutti

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T o s c a n a

Riguarda chi sta aspettando una TC (tra 6 mesi, prima non c’era posto, ma dal privato dopodomani) e chi ha sulla testa uno sfratto per morosità incolpevole. Riguarda chi lavora, chi di lavoro è morto e chi si è infortunato. Chi vive di precarietà e di forme di sfruttamento legalizzato. Riguarda quel giovane su tre che non lavora.
Questa storia parla di città che si bloccano dopo la pioggia. Di terra che frana. Di fabbriche che chiudono e di licenziamenti in massa. Questa storia parla di chi è stato spogliato dei diritti elementari, chiusi in quartieri ghetto, un enorme esercito di esclusi.

Ma come in tutte le storie ci sono dei personaggi. Ci sono i protagonisti, le comparse, i complici, le vittime.

Il personaggio principale è lui, Enrico Rossi. Il governatore della Toscana. PCI, PDS, PD. Una parabola comune a molti della sua generazione. La sinistra rinnovata, moderna, l’anticomunismo, le liberalizzazione, la globalizzazione buona, la guerra, il mercato, la gestione dell’esistente, il socialismo europeo. Poi l’uscita dal PD e la nascita di MDP: “ci siamo sbagliati, abbiamo esagerato, bisogna tornare a parlare coi lavoratori, tutelare i più deboli”.

In questa storia misureremo la distanza tra le parole e i fatti. Cambiare idea non è un crimine, noi cercheremo di capire quali motivazioni muovano le mosse del trasformista. Che corrispondenza c’è tra le dichiarazioni d’intenti, la retorica da casa del popolo e l’effettivo ruolo nel campo politico.

Questo non è un racconto su Enrico Rossi, il trasformismo è l’altro pezzo della governamentalità, Rossi è il riflesso visibile. Questo è un racconto sulla Toscana. L’isola felice che fu, piagata dalla politica dei tagli al welfare, le privatizzazioni, le grandi opere. E’ un racconto del vecchio spacciato per nuovo: una storia di cemento, disuguaglianze, inquinamento, lavoro senza tutele e senza diritti.

L’alternativa c’è, ed è l’unica praticabile per riappropriarci di un senso del futuro.
(qui l’intervista al Segretario nazionale Maurizio Acerbo)

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