L’ANTIFASCISMO NON PUÒ ESSERE RETORICA ISTITUZIONALE, MA PRINCIPIO DI LIBERTÀ REALE PER TUTTE E TUTTI

A cura di

foto-manif1RIFONDAZIONE COMUNISTA

Federazione di Pisa

La federazione di Pisa di Rifondazione Comunista partecipa alla manifestazione antifascista indetta dall’ANPI che si svolge, oggi  sabato 27 gennaio, in occasione della Giornata della Memoria, nell’ottantesima ricorrenza delle leggi razziali, del regime fascista, promulgate dal governo Mussolini e firmate dal re Vittorio Emanuele III.

Per noi comunisti, l’antifascismo è sempre stato principio guida per l’azione politica, fondamento della Costituzione nata dalla Resistenza, pilastro essenziale che dovrebbe ispirare la promozione di leggi finalizzate all’emancipazione sociale, all’eguaglianza sostanziale, alla promozione della dignità personale e di tutte e tutti le/i cittadine/i .

Tuttavia, i principi antifascisti della Costituzione sono stati troppe volte disattesi negli ultimi decenni: ad esempio, con la modifica del Titolo V che ha distrutto il sistema sanitario nazionale o con l’introduzione del pareggio di bilancio nell’articolo 81 che ha provocato drastiche riduzioni degli investimenti pubblici nei servizi sociali e nella tutela del territorio.

Le politiche di austerità, condivise dai governi di centrosinistra e delle destre, sono sempre più gravose per i settori popolari e per lavoratori e lavoratrici: precarizzazione del lavoro, disoccupazione di massa (soprattutto giovanile), distruzione delle pensioni (legge Fornero), trasferimento massiccio di ricchezza dai salari ai profitti e alla speculazione finanziaria, attacco ai diritti sociali e al mondo del lavoro (Jobs act), gestione securitaria dei fenomeni migratori (decreti Minniti/Orlando).

Queste politiche hanno creato un disagio sociale che gruppi e organizzazioni neofasciste come Casa Pound, Forza Nuova (che vanno urgentemente messe fuorilegge) alimentano con parole d’ordine semplificate, razziste e xenofobe, aggressive e identitarie, ottenendo un seguito preoccupante che deve essere contrastato con determinazione: non con svolte securitarie (implicitamente xenofobe e razziste) che colpiscono la libertà di tutte e tutti (come i daspo urbani della Legge Minniti, approvato a Pisa dalla maggioranza PD-MDP), ma con proposte radicalmente alternative a quelle del centrosinistra, delle destre o del populismo grillino sul piano economico e sociale.

Anche il dramma dei migranti viene gestito con il rafforzamento dei centri di detenzione ed espulsione dei clandestini, previsti dal Decreto Minniti/Orlando, o mediante accordi con governi fantoccio, che producono la costruzione di veri e propri lager (come in Libia).

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Si aggiunga che l’intervento militare di sapore neocolonialista in Niger, votato in questi giorni, su proposta della Ministra della Difesa Pinotti (PD), da un Parlamento ormai sciolto, è in netto contrasto con l’articolo 11 della Costituzione (“L’Italia ripudia la guerra”…).

L’unico provvedimento che avrebbe, almeno parzialmente, contrastato i sentimenti xenofobi, la legge sullo ius soli, è stato uno dei pochi a non essere sottoposto a voto di fiducia: segno che è una “conquista di civiltà” che si baratta volentieri per calcoli elettorali.

L’antifascismo deve ispirare le politiche sociali ed economiche, non restare un principio generale astrattamente proclamato: l’uguaglianza, la dignità, il rispetto di tutte e tutti (principi contenuti nella Costituzione) non sono simulacri vuoti, ma fini da perseguire con politiche coerenti rivolte alla difesa e all’emancipazione di ogni componente della società e alla promozione dei diritti di tutte e tutti contro i privilegi di pochi.

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