Morire sul lavoro. Ai cantieri navali è successo di nuovo: inaccettabile!!! Questa è la vera sicurezza da affrontare e risolvere con determinazione

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mortibiancheRifondazione Comunista Pisa

Una città in comune

Morire sul lavoro, di notte, cadendo da un ponteggio di 10 metri in un cantiere navale, a soli 39 anni: è ancora possibile in questo nostro paese, ed è quello che è successo a Pisa oggi, nell’area della Seven Stars ai Navicelli. Siamo vicini ai familiari di Alessandro Colombini e chiediamo sia fatta rapidamente la massima chiarezza su quanto è avvenuto questa notte e sulle relative responsabilità. Ma soprattutto non ci vogliamo rassegnare a questa morte, né a tutte quelle che regolarmente registriamo e che costituiscono la vera emergenza sicurezza del paese.

Nel 2017, in base ai dati dell’Osservatorio Indipendente di Bologna, i morti sui luoghi i lavoro sono stati 632; con i morti sulle strade e in itinere con il mezzo di trasporto, si superano i 1400 morti complessivi. Non si tratta di fatalità: sappiamo bene che gli incidenti sul lavoro sono causati dal modo in cui si è costretti a lavorare in Italia, con norme sulla sicurezza che vengono ignorate o che si rispettano solo sulla carta, e con leggi come il Jobs Act che rendono tutti ricattabili e costringono ad accettare condizioni di lavoro pericolose pur di non perdere il posto. La cantieristica resta uno dei settori più a rischio in questo senso, anche per la presenza di appalti, subappalti e lavoro a cottimo, in cui l’obiettivo del risparmio si traduce in peggiori condizioni per i lavoratori.

Quanto accaduto ai cantieri navali di Pisa è inaccettabile e ci motiva ancora di più nella nostra battaglia di sempre: per arrestare gli incidenti e le morti sul lavoro occorre restituire ai lavoratori tutti i diritti sottratti negli anni dai governi di centro-destra e centro-sinistra, regolano più severamente il sistema degli appalti e le responsabilità dei committenti. Senza impegni precisi su questo, le lacrime di oggi non sono soltanto amare, ma anche ipocrite.

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SI Toscana a Sinistra

“Ci uniamo al dolore dei familiari di Alessandro Colombini, l’operaio morto nel cantiere dei Navicelli a Pisa, e ricordiamo come nelle scorse settimane sindacati ed esperti avessero lanciato l’allarme sull’arretramento delle condizioni di lavoro nella nautica”. Lo affermano Tommaso Fattori e Paolo Sarti, consiglieri regionali di Sì-Toscana a Sinistra.

“La ripresa economica nella cantieristica navale non ha fermato la corsa alla diminuzione dei costi del lavoro e ai risparmi ottenuti a discapito della sicurezza. Nello stesso cantiere dove ha perso la vita Colombini era accaduto un altro tragico incidente nel 2015. Chiederemo di fare tutte le verifiche sulle concessioni alle imprese e agli operatori della nautica delle aree demaniali, inserendo come requisiti nei regolamenti tutti gli elementi richiesti dalle organizzazioni sindacali in materia di sicurezza e diritti dei lavoratori e delle lavoratrici”.

“La politica deve far molto di più, non certo continuare ad arretrare. Abbiamo criticato duramente la decisione del presidente Rossi dello scorso agosto di sopprimere il settore regionale ‘Prevenzione e Sicurezza sul lavoro, inglobato ora nella ‘Prevenzione collettiva’ assieme alla sicurezza in ambienti di vita, alimenti e veterinaria. Stiamo parlando di un ambito cruciale, che non può essere diluito in mezzo ad altri perché deve svolgere un ruolo strategico nel contrasto agli infortuni e alle malattie professionali. A dicembre, nel corso della discussione sulla legge di stabilità 2018, il consiglio regionale ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno di Sì Toscana a Sinistra che impegnava la giunta a ripristinare un settore autonomo specificamente dedicato alla prevenzione e alla sicurezza sul lavoro, dotato di sufficiente personale”.

“Per ora Rossi è rimasto immobile e non ha dato seguito all’indirizzo unanime del consiglio. Ma se non riusciamo a organizzarci per prevenire le violazioni, controllare e sanzionare, poi non possiamo versare lacrime di coccodrillo di fronte all’ennesima e ingiustificabile morte sul lavoro”, terminano Fattori e Sarti.

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