Non pedalare per i crimini israeliani. Sulla Panoramica appello ai ciclisti

A cura di

cambiagiro-panoramicaRifondazione Comunista

Circolo di San Giuliano Terme

Svuotate gli arsenali e riempite i granai”. È con questa parole di Sandro Pertini, il Presidente più amato dagli italiani, incise su una targa ricordo che tutte e tutti coloro che imboccano via Panoramica a Molina di Quosa (Pi) sono accolti.

Circa 10 km a fondo chiuso ma percorsa da migliaia di persone che da qui raggiungono castagneti, ristoranti, sentieri dei Monti Pisani. Tra loro centinaia e centinaia di ciclisti amatoriali e professionisti ogni giorno, ad ogni ora, pedalano sui freschi tornanti. Questo perché – si dice nell’ambiente ciclistico – il rapporto tra pendenza e lunghezza della strada sia ottimo per gli allenamenti. E cosi la continua e costante presenza dei professionisti trascina tutto il popolo amatoriale della domenica (che ormai pedala tutti i giorni) sotto la lapide contro la guerra.

Ieri era il 25 aprile – Festa della Liberazione –  e da quella stessa strada sono saliti alunni delle scuole per il Progetto Memoria, genitori, autorità per la celebrazione in ricordo della strage de La Romagnalapide-pertini

I due contesti – il ciclismo e la Liberazione – parrebbero scollegati tra loro ma qualcuno, che applaudiamo e ringraziamo, proprio ieri ha voluto legarli saggiamente insieme. Una scritta è apparsa alla prima curva della Panoramica che non lascia dubbi: #Cambiagiro.

Questo hashtag è il simbolo della campagna che il BDS Italia ha lanciato a livello internazionale per chiedere la cancellazione delle prime tappe del giro d’Italia in Israele. Il messaggio della campagna è chiaro e rivolto anche a tutti i ciclisti: non pedalare per i crimini israeliani. Ora anche tutti i professionisti come gli amatori che saliranno da questa strada sui monti pisani non potranno più far finta di non sapere e potranno contribuire a fermare l’apartheid che Israele sta mettendo in atto nei confronti del popolo palestinese.

La speranza a cui ci appelliamo è che riflettano e cosi come Gino Bartali ( che in questi gironi è stato trascinato dalla famiglia in un evento che siamo convinti – da vivo – non avrebbe minimamente condiviso ne tantomeno accettato ) aiutò gli ebrei ad evitare l’olocausto, rinuncino a pedalare per i crimini israeliani e si oppongano alle tappe del giro in Israele per fermare l’aparthaid nei confronti del popolo palestinese.

panoramica1

Rispondi