CTT Nord: quali interessi difende la parte pubblica?

trasporto-locale-ctt“Oggi c’è un’azione per screditare il trasporto pubblico in modo da ‘sdubbiare’ i soci pubblici e raccattarne i rottami a poco prezzo per poi far pagare agli ex soci pubblici a caro prezzo il diritto dei cittadini alla mobilità”. Con queste parole un sindacalista del trasporto pubblico chiude una recente intervista sulla grave situazione di bilancio, di rapporti sindacali e di erogazione del servizio del nuovo consorzio di trasporto toscano (CTT Nord). Parole che condividiamo in pieno, non potendo giustificare con altre motivazioni ciò che sta avvenendo nel nostro territorio con il trasporto pubblico locale.

Infatti, nonostante le tante critiche, opposizioni, proposte alternative che sono maturate da più parti in questa ultima fase, che ha visto la nascita del nuovo consorzio, il management della società ha continuato a percorrere la strada della disfatta ed oggi ci troviamo l’approvazione di bilanci che prevedono un buco di circa sei milioni e mezzo di euro nel biennio 2013 -2014. Non solo. Contemporaneamente si chiudono settori importanti come le officine, indispensabili per un parco macchina vecchissimo, si riducono gli stipendi e le condizioni di sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici, si tagliano le corse pur aumentando il costo del biglietto per i cittadini.

A fronte di questa situazione, che ruolo svolge la parte pubblica, ossia il Comune di Pisa e gli altri Comuni che hanno quote nella CTT Nord? Non assolve al suo compito di programmazione e controllo, in difesa dei diritti dei cittadini e degli utenti, e mantiene dirigenti super pagati che invece di fare l’interesse dei soci pubblici di maggioranza dell’azienda preparano il regalo per i soci privati: questo ci sembra oggi la desolante realtà di CTT Nord. Per questo chiediamo una assunzione immediata di responsabilità da parte dei sindaci dei Comuni soci, ma soprattutto dei partiti e quindi della politica, affinché la mobilità pubblica, sempre più indispensabile per le fasce sociali maggiormente colpite dalla crisi, possa essere elemento di supporto nella vita delle persone e non momento di frustrazione e rabbia nella quotidiana ricerca di sopravvivenza.

Le risorse ci sono, ma la fiscalità generale e locale è troppo spesso dirottata su investimenti voluti da interessi lobbistici (dal TAV in Piemonte al People Mover a Pisa) o su veri e propri sprechi (come l’ennesimo rifacimento dei parcheggi a Cisanello). Adesso è davvero arrivato il momento che le scelte dei partiti di governo, sia nazionale che locale, vadano a soddisfare cittadini e lavoratori, anziché banche e imprenditori interessati esclusivamente al profitto.

Rifondazione Comunista

una città in comune

Una risposta a “CTT Nord: quali interessi difende la parte pubblica?”

  1. Sinistra Alternativa per Calcinaia:

    giovedì 1 Agosto 2013 alle ore 14:29

    A Calcinaia c’è una stata una nostra Interpellanza sul taglio delle corse festive degli autobus, che in particolare dal capoluogo rendono impossibile ai cittadini spostarsi di domenica con il mezzo pubblico sia in direzione di Pontedera che di Pisa.
    La risposta dell’Amministrazione dice che i vari Comuni si stanno adoperando per ripristinare le corse festive a partire dall’autunno. Bene, auspichiamo che ciò avvenga al più presto. Ci preme però di far notare che queste corse saranno ripristinate solo con un investimento economico aggiuntivo da parte dell’Unione dei Comuni della Valdera (e quindi ovviamente con costi maggior per ogni comune della zona). Pertanto siamo al paradosso che ciascun comune (come il nostro, in regola coi pagamenti della propria quota al Trasporto Pubblico Locale) si troverà a “pagare due volte” per avere lo stesso servizio. Questo peggioramento dei servizi, unito a tagli al personale, purtroppo noi lo avevamo già previsto un anno fa quando fu sciolta la CPT (che coi suoi vari limiti aveva comunque un bilancio in attivo) per dar vita al CTT Nord, assieme alle aziende di trasporto livornesi e lucchesi. Insomma in seguito ai tagli governativi a questo settore gli enti locali sarebbero stati “costretti” a formare nuovi consorzi più grandi. Possibile però che i Sindaci della nostra provincia non abbiano potuto imporre di mantenere gli stessi servizi al cittadino? E tutto ciò addirittura con costi invariati, se non maggiori, per la collettività? Meno male che con la nascita del CTT Nord dovevano esserci “maggiori risparmi”…

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