Il patto di stabilità strangola il Comune di Pisa.

Il patto di stabilità sta strangolando gli enti locali compreso il Comune di Pisa. E’ questo il quadro che emerge dall’approvazione della legge di stabilità, un quadro che sembra essere destinato a peggiorare con il Decreto sugli enti locali con cui il Governo Letta-Alfano dovrebbe definire il sistema di tassazione a partire da quello sulla casa.

Ciò che avevamo denunciato a dicembre purtroppo si sta rivelando drammaticamente reale. La maggioranza ha approvato un bilancio preventivo per il 2014 che ad oggi si conferma assolutamente inattendibile, un documento basato su cifre puramente virtuali che non garantiscono le spese che la stessa maggioranza ha dichiarato di voler affrontare

La giunta confidava in un allentamento dei vincoli del patto di stabilità da parte del governo “amico” Letta-Alfano ma di fatto ciò non è avvenuto, o, meglio è avvenuto in maniera assolutamente risibile. In base al patto il Comune doveva tenere in cassa poco più di 10 milioni di euro, e ora questa cifra è scesa di soli 650 mila euro.

Nel corso di un’audizione avvenuta nell’ultima riunione della quarta commissione consiliare, l’assessore Serfogli ha spiegato che gli impegni del Comune di Pisa sul fronte degli investimenti nel 2014 sono molto consistenti. Andranno chiusi i Progetti Piuss per un ammontare di spesa tra gli 8 e i 10 milioni di euro, il 40% dei quali dovrà essere versato dal Comune e il 60% dalla Regione, anche se su questo fronte non è chiaro se lo stesso Comune dovrà anticipare tutte le somme e la Regione restituirà successivamente la sua quota. Ma il vero problema sono i 9,5 milioni di euro che il Comune dovrà versare alla Sviluppo Pisa (la società di scopo realizzata dalla Pisamo, 100% di proprietà del Comune di Pisa) per l’acquisto dei locali dove si trasferirà la Sepi.

Sommando questi due interventi, e tenuto conto dei vincoli del patto, ad oggi il Comune di Pisa non è, quindi, in grado di assumere alcun impegno per gli investimenti, eccetto per le somme urgenze.

Una situazione di stallo assoluto tale per cui il Comune, pur avendo le risorse, non potrà fare alcun altro intervento. Peraltro, non essendo state definite le aliquote e le regole sulla TASI, è incerto il gettito della tassa di scopo introdotta con il bilancio preventivo 2014, dal Comune di Pisa. Potrebbe verificarsi, infatti, a seconda delle scelte che farà il Governo, che vengano a mancare circa 1 milione e 300 mila euro a fronte dei 3 milioni previsti per realizzare alcuni interventi.

Sono queste le drammatiche conseguenze delle politiche del governo Letta-Alfano, sostenuto da quel Partito Democratico che governa anche il nostro Comune e che porta sulle sue spalle grossa parte della responsabilità di queste scelte. E se negli anni del governo Berlusconi il Sindaco di Pisa aveva manifestato e protestato contro i pesantissimi tagli del Ministro Tremonti, questa volta si sono sentite solo timide obiezioni nei confronti del concittadino Letta. Lo stesso si può dire dell’Anci le cui proteste sono state solo formali, ma pienamente interne alle compatibilità imposte.

Ma le responsabilità riguardano anche alcune scelte fatte da questa Amministrazione, come nel caso della Sesta Porta, operazione che si sta trasformando in un vero e proprio buco nero. Il Comune che, per “salvare” questa operazione immobiliare si sta dissanguando.

La situazione è, quindi, molto critica per il nostro Comune così come per tutti i Comuni d’Italia e avrà pesanti ricadute sulla qualità della vita in città. Il banco di prova sarà l’approvazione nel mese di marzo della prima variazione di bilancio in cui si dovranno recepire i provvedimenti previsti dalla legge di stabilità.

Ribadiamo ancora una volta come l’unica via di uscita sia quella di rompere queste gabbie dei vincoli di bilancio, che ci sono imposte in primo luogo dalle politiche europee di austerità, nel rispetto delle norme della nostra Costituzione che sono prevalenti alle leggi della finanza. Altrimenti i sindaci e i consigli comunali diventeranno “liquidatori” di questi enti locali.

  • Una città in comune,  Rifondazione Comunista Pisa

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