Castelfranco, Rifondazione Comunista: “L’Arpat chiarisca tutto”

[da Pisanotizie.it] L’intervento del Prc in cui chiede che l’azienda rende pubblica le carte sulle procedure attivate riguardo alla Waste e all’Acquarno

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Nelle nostre Case del Popolo, luoghi da sempre riconducibili ad una storia di partecipazione, di lotta e condivisione delle idee, nonché di quella progettualità che tanto oggi rimpiangiamo quando guardiamo al panorama politico odierno, capita ancora di vedere appese al muro alcune vecchie foto. Glorie per lo più passate, facce meno note ai più giovani ma che, a chi le sa leggere, possono ancora dire qualcosa.

In una delle più note, ancora abbastanza diffusa fra vecchi circoli e nuove sezioni, relativa ad una manifestazione degli anni ’80, si vedono alcuni dei più importanti amministratori della zona dell’epoca, tra cui qualche sindaco e diversi assessori, sfilare dietro ad uno striscione che dice “SI AL DEPURATORE”. Le maleodoranze erano all’epoca all’ordine del giorno, anche in aree urbane in cui, fino ad oggi, erano solo un ricordo, confinato al più in aree ristrette di Santa Croce, in piena zona industriale.

Qualcuno forse penserà che guardandola ci si trovi di fronte ad un’incredibile atto di avanguardismo, una rivendicazione ambientalista antecedente a tutto, ai vari partiti “verdi”, alle associazioni ecologiste dell’epoca del web 2.0 e della “green economy”. Può darsi. Sta di fatto che all’epoca, subito dopo l'”attenti” della popolazione, furono gli amministratori a scendere in piazza a manifestare la loro volontà.

Se di sicuro tale immagine evince una notevole lungimiranza, infatti, sta di fatto che il problema cardinale del rapporto ambiente-lavoro è parte integrante della coscienza collettiva nella Zona del Cuoio. E’ ciò che siamo sempre stati, è l’abitudine alla luce della quale ci siamo formati. Nessuno può venirci di sicuro ad insegnare qualcosa su come fare programmazione e bilanciamento fra queste due istanze: viviamo nella Zona del Cuoio, conviviamo da sempre con concerie e conto-terzisti e, giocoforza, certi problemi li abbiamo dovuti affrontare ben prima che divenissero questioni d’ordine planetario.

Ciò che davvero ci dispiace è però vedere come proprio coloro da cui potremmo imparare di più, noi stessi, la nostra storia recente, sia oggi sistematicamente ignorati dalla maggior parte degli amministratori. Le vicende che hanno interessato ultimamente il fiume Usciana sono da manuale. Sono talmente chiare che sono gli stessi cittadini che sanno subito riconoscere ciò che si sta svolgendo sotto i loro occhi. La cittadinanza, infatti, c’è eccome. Sono stati proprio i residenti a fare le segnalazioni, a seguire il corso del fiume alla ricerca dell’origine di miasmi e macchie oleose, a dare l’allarme.

Cosa possiamo dire, invece, degli enti preposti al controllo? Poco o niente di buono. L’ultima vicenda che ha riguardato il palese rimpallo di responsabilità fra la ditta Waste Recycling e l’imponente depuratore di Acquarno ha avuto due unici effetti, uno peggiore dell’altro. Da una parte, ed è il caso di dirlo, si sono confuse le acque, si è perso tempo, si è aumentata a dismisura la confusione intorno alla causa reale delle maleodoranze, che nel frattempo si sono rifatte vive in aree di Castelfranco dove certi miasmi erano ormai un pallido ricordo, sepolto da proteste e prese di posizione di sindaci e amministratori che credevamo, appunto credevamo, avessero messo la parola fine a certi fenomeni.

La seconda, ben più grave, riguarda Arpat e guarda al futuro prossimo. L’Azieda Regionale Protezione Ambiente è la vera, ma colpevole, vittima di tutto ciò che è successo. Uno dopo l’altro, i due comunicati stampa che si sono succeduti a brevissima distanza (forse giusto il tempo di scatenare la reazione di qualche legale) hanno messo in ridicolo l’ente che su tutti deve controllare la salubrità del territorio, minacciandone di fronte alla popolazione l’immagine, specie sul fronte della reale capacità di contrastare i pericoli per l’ambiente ed il territorio senza guardare in faccia a nessuno.

Per tutti questi motivi crediamo che sia quanto mai necessario fare chiarezza su tutta la vicenda, rendendo pubbliche le carte di tutta la procedura che ha portato l’azienda ad indirizzare la sua attenzione prima sulla Waste e solo dopo su Acquarno. Ne va della reputazione dell’unico ente utile al mantenimento di un livello di decenza in termini d’inquinamento. Perché se degli anni gli anni ’80 potremmo rimpiangere lo spirito di certi politici, è nostra più viva speranza che altri fenomeni nefasti restino dove stanno: solo sulle foto ingiallite.

Partito della Rifondazione Comunista – Castelfranco Di Sotto

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