Caso IKEA: il sindaco uscente di Pisa fa solo bassa propaganda elettorale

l sindaco uscente di Pisa, Marco Filippeschi. intervenendo sulla consegna delle licenze alla multinazionale IKEA, non ha resistito a quello che ormai sembra un tic nervoso, ossia chiamare in causa a sproposito Rifondazione Comunista. La lingua batte dove il dente duole?

Non serve grande intelligenza per capire che l’accostamento tra Rifondazione e il PDL, fatto dal sindaco, sia del tutto fuorviante specialmente se a farlo è un esponente del Partito Democratico. PD e PDL sostengono entrambi il Governo Monti, che nessuno ha eletto, e sono entrambi co-responsabili del disastro sociale e occupazionale certificato dai rilevamenti economici di questi ultimi giorni, così come dei tagli alla spesa pubblica, dell’allungamento dell’età pensionabile, della cancellazione di fatto dell’articolo 18, delle politiche di rigore della Banca Centrale Europea. Gli inoccupati, i precari e i lavoratori italiani stanno comprendendo che i vertici del PD sono, nei fatti, contro di loro: lo dimostra la bella accoglienza che qualche giorno fa Fassina, responsabile nazionale economia del partito di Filippeschi, ha ricevuto dagli operai sardi in lotta per il proprio posto di lavoro.

Bastava poi un minimo di memoria per ricordare che, alla votazione sulla variante urbanistica pro-IKEA avvenuta in Consiglio comunale qualche settimana fa, il PDL non ha partecipato o ha votato insieme al PD, come nel caso del consigliere Buscemi. E’ bene ricordare alla cittadinanza che quel voto, di cui il sindaco uscente va tanto fiero, ha consentito una cospicua plusvalenza alla società che ha acquistato dal Comune una parte dei terreni destinati a IKEA, terreni che sono stati pagati solo dopo che la commissione urbanistica ha approvato la variante stessa. Che Filippeschi rimuova fatti politici così recenti e così rilevanti ci conferma della sua incapacità di ben governare la città.
Quanto alla rapidità con cui sono stati dati i permessi a IKEA, pensiamo ci sia poco da vantarsi. Il pensiero va ad altri amministratori che, qualche anno fa, battevano tutti i record di concessioni urbanistiche, e che costruirono Milano Due. Peccato sia andata a finire come sappiamo. Un sindaco che guarda al bene della propria comunità e non agli interessi di imprenditori privati, che vantano senza pudore buoni rapporti con l’amministrazione, dovrebbe sapere che i percorsi urbanistici accelerati sono spesso pieni di difetti, di cui purtroppo ci si accorge troppo tardi. Ma siamo in campagna elettorale, e Filippeschi non va per il sottile.

Dispiace ma non ci sorprende che nella stessa superficialità sia caduto anche il responsabile sviluppo IKEA Italia, distratto o poco informato sulle dichiarazioni del Presidente della commissione europea Barroso. Ha dimenticato infatti di menzionare che, lo scorso 5 marzo, dopo aver analizzato l’accurato percorso con cui l’amministrazione di Vecchiano ha gestito l’insediamento di IKEA nel proprio territorio, la segreteria generale della commissione europea ha scritto ai consiglieri e all’assessore di Rifondazione Comunista di Vecchiano affermando di “condividere pienamente l’attenzione ad assicurarsi che l’installazione di un sito aziendale avvenga in zone adatte a questi scopi”.

Per il futuro consigliamo al sindaco un atteggiamento più serio e riguardoso e ai responsabili aziendali maggiore prudenza nell’avallare la propaganda elettorale altrui. Ai giornalisti, nel pieno rispetto della loro professione e per il loro ruolo sociale che possono avere, chiediamo di essere interpellati almeno quando siamo chiamati in causa direttamente, cosa utile per informare correttamente i cittadini.

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