Via dell’Occhio: persa importante occasione per preservare patrimonio pubblico?

In via dell’Occhio siamo di fronte all’ennesima occasione persa per preservare il patrimonio immobiliare pubblico. Un’altro bene comune, un palazzo storico in pieno centro a Pisa compie un altro passo verso la sua privatizzazione. La struttura ha avuto una storia molto travagliata, a tratti oscura. La proprietà era del Comune di Pisa, ossia di tutti noi. L’Azienda per il Diritto allo Studio Universitario l’ha acquistata nel 2006 dall’amministrazione comunale, pur avendola in comodato d’uso gratuito e impiegandola come studentato. Dopo pochissimo tempo l’ha chiusa ed ha provato a venderla sul mercato ma non vi è riuscita. Ora sembra che voglia permutarla all’interno di un piano per ricomprare l’appalto della gestione della casa dello studente Praticelli, costruita con finanza di progetto da un consorzio di privati in fallimento: sono in gioco oltre ottocento posti letto, in un’operazione finanziaria imponente per la quale il valore della palazzina difficilmente può rivelarsi risolutivo. La questione, emblematica degli esiti della finanza di progetto, tanto utilizzata nella realizzazione di strutture pubbliche nel nostro Paese, è gravissima; ma non può essere strumentalizzata per alienare lo stabile di via dell’Occhio e, con esso, le responsabilità dell’Azienda nella gestione del proprio patrimonio immobiliare. Per mantenere proprietà e funzione pubblica di quest’immobile, tra associazioni in difesa del diritto all’abitare, organizzazioni studentesche e Regione Toscana si era confezionato un percorso che avrebbe consentito di riutilizzarlo sia per le finalità della proprietà, ossia il diritto allo studio, che per un uso sociale in risposta alla crisi abitativa e di lavoro. Il tutto con finanziamenti contenuti, grazie al bando regionale sperimentale e alla pratica dell’auto-recupero. Pochi giorni fa, con motivazioni esclusivamente finanziarie, l’Azienda per il Diritto allo Studio si è detta non più interessata a questo percorso. Per questo facciamo appello alla città di Pisa, in particolare a quella parte che da anni difende il patrimonio immobiliare pubblico da operazioni di privatizzazione e di speculazione: facciamo sentire la nostra voce e scongiuriamo questo ennesimo danno alla collettività. Facciamo appello anche alla proprietà, affinché si tiri fuori dal “sistema di potere” pisano, che evidentemente non vuole che via dell’Occhio resti pubblica, e sia autonoma nelle sue scelte. Dimostri che intende svolgere la sua funzione pubblica, che sa ascoltare i suoi studenti e non si limita al ruolo di agenzia immobiliare: metta la firma sul progetto di auto-recupero presentato in questi giorni dall’associazione Giorgio Ricci, ricordando che è frutto di un percorso partecipato durato anni.

Partito della Rifondazione Comunista – Federazione di Pisa

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