Ericsson: La Regione rispetti la Costituzione

A cura di

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Rifondazione Comunista Pisa

Una città in Comune – Pisa

Sinistra Italiana Pisa

Dopo il danno la beffa. Nonostante le mobilitazioni di questi mesi e le durissima vertenza da parte dei lavoratori e delle lavoratrici della Ericsson che in maniera unilaterale ha licenziato 22 lavoratori  e  18i li ha trasferiti da Pisa a Genova, di fatto andando verso la chiusura del polo pisano, da parte della Regione Toscana ad  oggi non sono state intraprese le iniziative necessarie per “far pagare” a questa multinazionale il prezzo di queste politiche antisociali. Infatti la Regione Toscana che in questi anni ha dato milioni di euro alla Ericsson ad oggi continua a finanziare i progetti della multinazionale, in particolare il progetto Fi-Pi-LI 3 per oltre tre milioni e mezzo a  favore della società privata.

Si tratta per noi di una decisione inaccettabile che non possiamo in alcun modo condividere.

In questo senso la risposta del governatore Rossi all’interrogazione depositata dai consiglieri regionali di Si Toscana a Sinistra Tommaso Fattori e Paolo Sarti appare del tutto insoddisfacente. Non è possibile, infatti, derubricare a questioni puramente tecniche sul rispetto o meno di determine dirigenziali relative ai bandi di finanziamento una questione che è e rimane del tutto politica.

Il problema, infatti, non è solo stabilire se Ericsson ha rispettato o meno quelli che erano i vincoli contrattuali ma per noi restano del tutto insormontabili gli atteggiamenti e le azioni che Ericsson ha messo in atto contro i  propri dipendenti. Dipendenti, che è bene sottolineare, sono stati determinanti proprio nello svolgimento delle collaborazioni e nei finanziamenti di cui ha beneficiato la multinazionale.

Al Governatore Rossi chiediamo pertanto di non limitarsi al formale  coinvolgimento da parte della direzione attività produttive della Regione dell’Avvocatura Regionale ma di coinvolgere egli stesso l’Avvocatura regionale non per una mera verifica degli adempimenti contrattuali di Ericsson ma per valutare un’azione nei confronti della multinazionale rispetto al l’applicazione del dettato costituzionale sul ruolo sociale dell’impresa privata.

Questa azione dovrebbe scaturire spontaneamente da chi amministra i soldi pubblici perché la vicenda di Ericsson non abbia a ripetersi e soprattutto  si riconosca finalmente che gran parte dell’imprenditorialità nella nostra Regione è stata direttamente o indirettamente sostenuta dalle pubbliche amministrazioni e che questo sostegno pubblico non può prescindere dalla esigenza di una corresponsione in termini di garanzie anche occupazionali e di ricadute sociali.

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