No al potenziamento di Camp Darby: fermiamo questi lavori!

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Altro che progressivo ridimensionamento di Camp Darby!

In questi mesi, nel più totale silenzio, il governo americano e quello Italiano stanno lavorando alacremente per potenziare le strutture della base, destinata a diventare la ”polveriera” del Mediterraneo per il trasporto di armi verso le guerre americane nel mondo.
Nei mesi scorsi è stato presentato il progetto di una nuova linea ferroviaria che collegherà la stazione di Tombolo con un nuovo terminal di 18 metri di altezza all’interno della base e un altro terminal più piccolo che avrà le funzioni di controllo e sicurezza. La linea prevede anche la realizzazione  di un ponte girevole sul Canale dei Navicelli e verrà ingrandito il molo esistente “Tombolo dock”: il tutto per poter gestire un traffico fino a 2 treni al giorno (oggi, di norma, si prevede un treno ogni 2/3 mesi).

E’ quindi prevedibile che dagli arsenali di Camp Darby, una volta realizzato questo progetto, sarà un continuo via vai di mezzi e armi per i molteplici scenari di guerra in cui gli Usa sono impegnati.

Il Governo italiano (Ministero della Difesa) non solo si è fatto copromotore di questa operazione, ma ha steso un tappeto rosso agli americani definendola un’”opera destinata alla difesa nazionale” e che, per questa ragione, “ha l’esonero dal controllo di conformità urbanistica”. Quindi a nulla varrà che queste grandi strutture siano in contrasto con il Piano Territoriale del Parco e con il Piano di Gestione delle Tenute di Tombolo e Coltano! Non solo, anche la Valutazione di Incidenza, obbligatoria per il fatto che l’area interessata è all’interno di un Habitat prioritario (SIC “Selva Pisana”) tutelato dalle direttive comunitarie 92/43/CEE (Habitat) e 147/2009 (Uccelli), non potrà impedire la realizzazione dell’opera che, tanto per citarne una, prevede l’abbattimento di circa 1.000 alberi nel cuore della riserva.

D’altronde quale migliore motore, per la nostra economia in crisi, della guerra? L’Italia di Gentiloni si conferma in prima fila accanto agli Usa di Trump per garantire ancora una volta che pezzi interi del nostro territorio siano devastati ad uso e consumo degli affari di morte americani.

Da parte nostra cercheremo di impedire l’avvio di questi lavori e invitiamo i movimenti contro la guerra e quelli ambientalisti, i partiti, i sindacati, le associazioni, gli enti locali a far sentire subito la propria voce. Camp Darby deve chiudere e quell’area deve essere da subito riconvertita ad usi civili.  E’ questa d’altronde la richiesta approvata alcuni fa dallo stesso consiglio comunale di Pisa. Chiederemo subito al sindaco Filippeschi se e quando è stato messo al corrente di questo progetto e, nel caso, perché ha tenuto tutto nel più assoluto silenzio. Non siamo disposti a tollerare che i nostri territori siano servitù per il trasporto di materiale bellico: nessuna infrastruttura civile deve essere messa a disposizione per queste attività.

Porteremo la questione con urgenza in tutti i Consigli comunali che insistono nell’area del Parco per bloccare il via libera del Governo al potenziamento di Camp Darby. Lo stesso faremo a livello regionale e nazionale.

Vogliamo impedire, se necessario lo faremo anche utilizzando i nostri corpi, l’avvio di questi lavori che servono solo a rendere sempre più efficacemente mostruosa la macchina della guerra in cui Camp Darby svolge sempre di più un ruolo centrale

A questo link è possibile leggere il nostro question time


Partito della Rifondazione Comunista Pisa

Una città in comune

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