Prc e Giovani Comunisti Pisa: con le lotte degli studenti medi
Ci risiamo, ogni qual volta una nuova generazione di cittadini si affaccia sul terreno della lotta politica, tempestivi arrivano i consigli dei buoni maestri, e tutti gli anni la solita solfa: “Attenti ragazzi! Non fatevi strumentalizzare, non unite le vostre istanze a quelle di nessun’altro, seguite le regole, fate i bravi bimbi, occhio all’uomo nero, non dategli retta. Ah però un attimo, date retta a me altrimenti ci si può fare male”. Accipicchia che lezione di pedagogia!
Ci fa piacere vedere le Istituzioni così attente nel seguire le istanze sociali che provengono direttamente dai giovani, ci parrebbe più corretto se la solerzia che viene impiegata per impartire tali perle di saggezza venisse impiegata per far rispettare anche le regole che quotidianamente non vengono rispettate nel mondo della scuola e dell’università. Classi sovraffollate, mancanza di uscite di sicurezza, laboratori non a norma, e tutta la sequela di carenze che i giovani, a cui da un lato si suggerisce cosa fare, da anni denunciano con ostinazione, ricevendo però ben poco ascolto.
Per chi valgono dunque le “regole”?
Gli studenti, i precari, i lavoratori, hanno tutte le facoltà per decidere liberamente come mettere in pratica al meglio le forme di lotta che ritengono più opportune per rappresentare le proprie istanze e le proprie vertenze. Sappiamo bene, come qualunque persona intellettualmente onesta riconosce, che alle volte per affermare un diritto sia necessario fare delle forzature, se poi il diritto in questione è sancito nella Costituzione Repubblicana, che come fonte di regole ci pare abbia il valore gerarchico più alto, si capisce che la questione del rispetto delle regole da elemento di ordine pubblico si trasforma ben presto in elemento di dialettica politica. E quando le Istituzioni si schierano in un senso o in un altro, non si schierano per la legalità contro l’illegalità ma tra una scelta politica contro un’altra scelta politica. Tra chi fa le regole e chi le subisce.
Ci pare quanto mai inopportuno che si risponda al crescente protagonismo di queste nuove generazioni con blindature, minacce e sistematico ricorso all’uso della forza pubblica.
Pensiamo che la risposta al crescente protagonismo degli studenti sia dare ascolto alle sacrosante rivendicazioni che si trovano costretti a manifestare con mezzi sempre più drastici. E’ non considerando tali istanze che si rischiano le tanto temute esasperazioni, e solo con l’ascolto e la dialettica politica, come molte autogestioni in questo periodo hanno dimostrato, si può creare quel percorso di crescita collettiva di docenti e studenti che è compito fondamentale della scuola pubblica, al di là dell’attinenza ai singoli programmi.
Per questo chiediamo a presidi, insegnati, rappresentanti delle forze politiche responsabili delle decisioni contestate da alcune organizzazioni di studenti medi nella nostra città e provincia, di ricercare e instaurare un proficuo dialogo e di evitare il ricorso alla forza pubblica, che è bene si occupi delle illegalità, degli arbitri e degli abusi che stanno soffocando il nostro paese.
Luca Barbuti
Segretario PRC Pisa
Luca Panicucci
Coordinatore Giovani Comunisti Pisa