PRC Pisa: “Giù le mani dal Servizio Sanitario Nazionale!”

Con l’alibi del debito pubblico elevato, in Italia la sanità come diritto universale di cura a carico della collettività è sotto attacco. Le ultime dichiarazioni del Presidente del Consiglio Monti, sulla presunta insostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale e sulla necessità di introdurre forme diverse di finanziamento dello stesso, aprono la strada alla drastica riduzione del servizio pubblico, ed alla parallela privatizzazione di pezzi importanti della sanità. La scelta di avviare una sistematica privatizzazione dei servizi ammantata dalle esigenze di bilancio in realtà sottintende una chiara volontà da parte dei cosiddetti “liberali” alla Monti di offrire ai mercati una sostanziale e certa fonte di profitto che in altri settori, causa la crisi da loro stessi determinata, si è andata progressivamente esaurendo.

La cosiddetta spending review approvata in Parlamento si è abbattuta fin dall’estate anche sulla sanità. Sommati a quelli del precedente governo, questi nuovi tagli hanno comportato una riduzione di circa il 10% del fondo sanitario nella sola Regione Toscana e produrranno un taglio di circa 850 posti letto già entro la fine del 2012. Nei prossimi anni si dovrà scendere dagli attuali 4,2 posti letto a 3,7 posti letto ogni 1000 abitanti. Anche il personale sta subendo tagli ingiustificati e insostenibili soprattutto nel campo dei servizi. Per scongiurare licenziamenti e garantire il diritto alla salute di qualità abbiamo sostenuto e sosterremo fino la vertenza delle lavoratrici della Soxedo, addette alla pulizia presso Cisanello. A questi tagli si sommano infine l’introduzione dei nuovi ticket e la loro ingannevole progressività in base all’ ISEE, ma anche la ristrutturazione degli ospedali e la chiusura di numerosi presidi sanitari territoriali. I servizi di base ne iniziano a risentire tanto che in molti ospedali da dicembre a gennaio saranno garantite soltanto le operazioni urgenti, salvavita ed oncologiche.

Le dichiarazioni di Monti rendono chiara la volontà del governo di privatizzare la sanità, affidando sempre più al mercato un diritto costituzionale fondamentale come quello alla salute. D’altra parte, con l’introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione e l’approvazione del Fiscal Compact ossia del nuovo Patto di stabilità europeo che costringe lo Stato a manovre finanziarie di tagli o di nuove tasse per circa 40 miliardi di euro l’anno per i prossimi vent’anni, il futuro della sanità pubblica era già compromesso: i partiti, dal PD al PDL passando per il Centro, che hanno votato questi provvedimenti ultra-liberisti si sono assunti una gravissima responsabilità davanti ai cittadini e alle future generazioni. Rifondazione Comunista è da sempre fermamente contraria a trasformare la salute da diritto a merce, perché pensa che tutti debbano avere accesso a cure di qualità indipendentemente dalle loro risorse economiche. Ma per difendere la sanità pubblica, così come lo Stato sociale, c’è una sola strada: mettere davvero in discussione il Fiscal Compact e le politiche europee di rigore, destinate a non farci uscire dalla crisi ma a spingerci sempre di più nella recessione e nell’impoverimento di massa.

VOLANTINI PER I CIRCOLI:

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