PRC Cascina (Pi), la Tinaia: esseri umani

A cura di

profughiRifondazione Comunista

Circolo comunale di Cascina

Finalmente tutti si sono accorti che i ragazzi africani che erano saliti sulle volte del ponte di via Santa Maria a Cascina erano esseri umani e non scimmie come volgarmente e indecentemente molti frequentatori del social più diffuso, FB, li avevano stupidamente classificati.

Che il loro salire sulla volte del ponte fosse un atto voluto per attirare l’attenzione a molti non è apparso nella sua più lucida evidenza. La parte politica più retriva c’è andata a nozze ripetendo il mantra che dall’inizio della campagna elettorale del 2016 è il più ripetuto “tornino a casa loro, noi non li vogliamo!”

Ma fra tutte, la parte sostenuta dalla sindaca Ceccardi, è stata la più indecorosa. Prima ha deriso i migranti, li ha additati al pubblico ludibrio, ha riso delle loro performance e un pò di tempo dopo, forse sotto suggerimento dei più avveduti, ha pensato bene di far intervenire la Prefettura.

“Sono fatti loro! A noi non ci riguarda! Sono altri che li hanno voluti accogliere noi no!” Questo ha voluto dire dimenticandosi, se li conosce, quale sono i doveri di un Sindaco, primo responsabile sanitario verso tutti i cittadini italiani, comunitari, extracomunitari, rifugiati temporaneamente o meno ospitati nel territorio comunale. L’unico provvedimento preso nella circostanza è stato quello di mandare i vigili urbani a controllare la situazione alla Tinaia insieme ai militi dell’Arma.

Oltre a farsi selfie prima, durante e dopo la campagna elettorale, si è mai posta il problema della salute dei migranti facendo frequentare giornalmente la struttura da personale medico incaricato o richiesto alla prefettura che conducesse uno screening medico sugli ospiti per verificare la presenza di possibili patologie derivate dai luoghi di origine? MAI! Ha preferito considerare i migranti della Tinaia come una appendice estranea al territorio trascurando così anche le possibili ricadute sanitarie verso i cittadini cascinesi che fortunatamente non ci sono state.

Il problema della insoddisfacente assistenza sanitaria è una delle rivendicazioni dei migranti.

Vedere fra di loro l’assessore Ziello che concentra nella sua persona anche l’incarico di segretario provinciale della Lega Nord contornato da solerti consiglieri leghisti che un giorno si occupano di ripulire i fossi, un altro di allestire gli stand per accogliere Matteo Salvini, ieri di fomentare il malcontento fra i rifugiati, fa pensare ancora una volta alla pochezza di questa Amministrazione comunale incapace di affrontare situazioni come quelle della Tinaia e in generale i problemi del comune.

Oltre all’assistenza di tipo medico i migranti rivendicano il diritto a essere riconosciuti come esseri umani e come tali, il diritto a avere riconosciuta una identità e la possibilità di avere libera circolazione sul territorio verso il quale dati alla mano hanno nutrito il massimo rispetto contrariamente alle catrastrofiche previsioni della Lega e di coloro che erano stati artatamente mobilitati. .

Su di loro gravano molti interessi a partire da chi gestisce la struttura, una srl, non una cooperativa come molti dicono, verso la quale la Prefettura dovrebbe vigilare quotidianamente con verifiche di tipo sanitario e alimentare per colmare le critiche che molti ospiti spesso fanno coinvolgendo quando necessario l’Amministrazione Comunale.

In tutta questa vicenda vediamo interessi politici di segno opposto, della Lega e dei suoi sodali che vorrebbero che la struttura che li ospita venisse dichiarata inidonea al fine di allontanarli dal territorio e di chi, sostenendo i diritti e le richieste, li manovra e li usa come strumento di protesta politica verso il sistema di accoglienza che, se pur molto criticabile, al momento è l’unico che ne permetta l’ ospitalità.

Le giuste richieste se non finalizzate ai giusti obbiettivi, assistenza sanitaria, rilascio di permessi di soggiorno, maggiore attenzione alle condizioni di abitazione e di alimentazione possono produrre effetti negativi per i migranti e dare soddisfazione a coloro che vogliono il loro allontanamento.

Il PRC di Cascina chiede alla Prefettura di farsi carico di questa difficile situazione, molto di più di quanto fatto fino ad ora a partire dall’inizio, quando senza creare di concerto con l’allora sindaco Antonelli le opportune condizioni di accoglienza, ha calato nel territorio un gruppo di esseri umani sì diversi per il colore della pelle, ma al pari nostro soggetti dei diritti universali dell’uomo.

Si faccia presto, si eviti che le situazioni già esistenti si esasperino, si allontanino tutti coloro che politicamente speculano sulla vicenda e vengano riconosciute le richieste elementari di dignità, assistenza e civile accoglienza.

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