ToscanaEnergia: massimizzazione dei profitti a scapito degli interessi dei consumatori e dei lavoratori. Operazione da fermare

A cura di

toscana-energiaRIFONDAZIONE COMUNISTA

Federazione di PISA


Pisa 27 luglio 2018. In questi giorni, in assenza della benché minima partecipazione dei cittadini e nella pressoché totale disinformazione sta andando in scena un’ulteriore privatizzazione dei servizi di interesse collettivo: la svendita definitiva ai privati della società a maggioranza pubblica Toscana Energia, società che in gran parte della toscana controlla la distribuzione del gas.

Nata nel 2006 dalla fusione di diverse municipalizzate la società in seguito è stata aperta a privati secondo lo stantio ed inefficiente modello pubblico-privato che ha caratterizzato la gestione dei servizi nella nostra regione. Società che comunque ha prodotto ingenti utili che negli anni sono stati redistribuiti fra i soci e quindi anche tra i comuni della nostra provincia.

Perché allora, attraverso uno strumentale modifica dello statuto, operazione caldeggiata da alcuni Comuni, con la quale si prevede che la maggioranza vada in mano ai privati, si vuole di fatto privatizzare la società? Vengono invocati cambiamenti legislativi di dubbia valenza che imporrebbero l’abbandono del controllo pubblico. In realtà sembrano più pertinenti motivazioni opportunistiche di alcuni sindaci PD e l’impostazione ideologica del PD stesso che ha sposato il liberismo più sfrenato e che si traduce nella privatizzazione dei beni e dei servizi a scapito degli interessi collettivi. Tesi avvalorata dal fatto che questa vicenda vede coinvolto in pratica un unico acquirente privato, Italgas, colosso della distribuzione del gas, ma anche dal fatto che molti comuni abbiano espresso parere negativo contro la privatizzazione, ma allo stesso tempo abbiano rinunciato all’acquisizione delle quote societarie cedute da altri comuni.

E che si vada contro gli interessi delle comunità e dei cittadini lo dimostrano gli utili della società in tutti questi anni. Non si deve dimenticare infatti che questi utili derivano soprattutto dalle bollette che pagano gli utenti, che sono commisurate alla copertura dei costi, ma anche alla remunerazione dei soci, e in particolare dei soci privati. La privatizzazione definitiva, quindi suona ancora di più come una beffa per i cittadini, perché se il privato gli utili se li tiene per se, i soci pubblici invece possono reimpiegarli come spesa corrente nei propri territori, finanziando interventi a favore della collettività. In questo modo quota parte della bolletta. ingiustamente prelevata per sostenere i profitti dei privati, potrebbe ritornare in qualche modo ai propri cittadini. Vendendo le azioni, a parte il vecchio adagio che “chi vende non è più suo”, i Comuni si garantiranno l’unico introito derivante dalla vendita delle proprie quote, diversamente mantenendo le quote azionarie un comune potrebbe impiegare gli utili derivanti per politiche sociali, ecc

Tradotto: vendendo le quote della società potrebbe realizzare… una rotatoria e poi, basta!

Il controllo totale del privato avrebbe sicuramente anche altri effetti…sulle tariffe, sui lavoratori; magari esternalizzandone un bel po’ (la vicenda Toscana Aeroporti insegna), ricorrendo a sub appalti ecc. ecc., insomma un film più volte visto e che ha sempre il solito finale: massimizzazione dei profitti a scapito degli interessi dei consumatori e dei lavoratori.

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