Ciao Raniero !!! Il compagno Raniero Vaghetti ci ha lasciato.

Il ricordo dei Compagni e delle Campagne della Federazione di Pisa

Raniero ci ha lasciati ed è difficile scrivere di lui a caldo, senza apparire solenni o retorici. Incontrarlo per la prima volta significava essere investiti dai suoi racconti, dalla sua vita, che sembrava un film. A 23 anni, insieme a suo padre -dirigente del PCI- andava casa per casa a Cascina a spiegare alle donne che votavano per la prima cosa significava il referendum monarchia o repubblica. Te lo raccontava guardandoti negli occhi e con orgoglio, come chi si sente di aver contribuito a portare a casa una vittoria. Poi il lavoro: il tornio, la Piaggio, l’intesa con Corradino D’Ascanio, l’elica a passo variabile, e poi le ferrovie, sempre in bici. Lo ha accompagnato costantemente l’impegno politico, dentro e fuori il posto di lavoro Raniero era conosciuto e riconosciuto per l’impegno e l’autorevolezza. Non ha mai veramente smesso di fare politica, non ha mai smesso di leggere e studiare, di informarsi.

Entrare in casa sua significava fare un piacevole, obbligatorio, tour. Prima in cucina, caffè e chiacchiere. Poi fuori: l’orto, che curava con grande dedizione e il suo laboratorio.

Una falce e martello attaccata alla porta verde, che serviva come pretesto per raccontarti di quando d’Alema andò a casa sua soffermandosi su quella porta. Dentro, un piccolo tornio (lo accendeva tutte le volte per dimostrarti che funzionava), attaccati al muro tutti i suoi attrezzi. Sempre seguiti dal suo Spotty (un beagle che non abbaiava ai comunisti, diceva) tornavamo in casa: le foto dei suoi nipoti e poi il suo studio, sulla porta un poster di Garibaldi, all’interno una quantità sterminata di libri, riviste, giornali. Leggeva tutto.

Qualche settimana prima di ogni festa estiva di Liberazione, o prima della festa cittadina di settembre chiamava. Ho scritto la poesia per la festa, vieni a casa così te la leggo, anzi te la leggo al telefono.

Tutte le sere delle feste di Liberazione Raniero era alla coccarda, insieme a Teresina. Per tutti quelli che entravano c’era la poesia di benvenuto e l’adesivo di rifondazione. Il contenitore per le offerte lo aveva costruito lui.

Ci mancherà, certo, ma lascia una quantità così grande di storie, aneddoti, esperienze, che ci verrà facile parlare di lui e ricordarlo. Caro Raniero, buon viaggio, i tuoi compagni continueranno la lotta.

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