Geotermia : “La penalizzazione in Val di Cecina per qualcuno può rappresentare una pingue opportunità. Noi vogliamo evitarlo”

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Rifondazione Comunista – Federazione di Pisa

Pisa 15 maggio 2019. L’azione del governo M5S-Lega che di fatto ha eliminato gli incentivi pubblici alla geotermia, declassandola a fonte energetica non rinnovabile denota, se ancora ce ne fosse bisogno, l’impostazione demagogica accompagnata da una sostanziale ignoranza con cui troppo spesso si affronta il tema. Dichiarare non rinnovabile la geotermia è un po’ come dichiarare non rinnovabile l’energia solare, considerando che anche la nostra stella sarà destinata ad un’inevitabile decadimento.

Condividiamo le preoccupazioni delle popolazioni, delle istituzioni della Val di Cecina, e dei sindacati dei lavoratori sui rischi per il territorio soprattutto per la tenuta occupazionale che la riduzione di investimenti, potrebbe determinare. Non secondari sarebbero anche le ricadute negative sulla possibilità di continuare il processo di riqualificazione delle attività geotermiche che dovranno minimizzare l’emissione di inquinanti e di gas clima-alteranti.

Provvedimenti legislativi e impostazioni grossolane che non prendono minimamente in considerazione il ruolo che la geotermia ad alta entalpia della Val di Cecina ha, almeno nella regione toscana, in termini di risparmio energetico (attualmente la geotermia pisana soddisfa oltre il 30% del fabbisogno energetico regionale). Quali sarebbero inoltre gli impatti ambientali complessivi determinati dal ritorno all’uso massiccio di fonti energetiche fossili?

Quali le ricadute sulle tasche dei cittadini di fronte alla liberalizzazione incontrollata dei prezzi dei combustibili fossili?

La geotermia inoltre è ancora più “autonoma” rispetto ad altre fonti energetiche rinnovabili; pensiamo infatti al solare, la cui discontinuità nella produzione, impone comunque, al fine di mantenere costante la alimentazione delle reti, il ricorso alla produzione da centrali elettriche a combustibili fossili. Da questo punto di vista, la risorsa geotermica ad alta entalpia potrebbe invece costituire una valida integrazione per incrementare la produzione da fonti energetiche alternative, legate loro malgrado alle condizioni ambientali (eolico e solare).

Sono state valutate queste opportunità? Ci sembra proprio di no! Troppo spesso la geotermia è stata demonizzata tout court senza una visione criticamente oggettiva che dovrebbe tenere di conto delle vocazioni dei singoli territori rispetto alla qualità delle risorse. In questo senso è opportuno essere consapevoli del fatto che la Val di Cecina non può essere paragonata alla zona dell’Amiata in cui le caratteristiche dei fluidi geotermici sono sensibilmente diverse sia in termini di emissioni di inquinanti e di quantitativi di fluidi non condensabili e quindi di sicuro maggiore impatto ambientale. D’altra parte non è di aiuto la “liberalizzazione” che molti hanno sostenuto per le basse e medie entalpie con concessioni a privati di dubbia capacità e che in assenza di reali e comprovati bilanci ambientali positivi, ha alimentato, spesso giustamente, le proteste dei territori interessati da possibili perforazioni indiscriminate.

Sono l’insipienza degli attuali governanti e l’impostazione tutta ideologica delle privatizzazioni e liberalizzazioni, in ossequio al dio mercato, che oggi mettono a rischio la storia della geotermia della Val di Cecina. Storia complessa certamente, fatta anche di impatti ambientali poco sostenibili nel recente passato, ma che ha saputo soprattutto quando la risorsa è stata in mano totalmente pubblica, affrontarne gli aspetti negativi e mediare le proprie esigenze con quelle dei territori.

Se i beni ambientali, comprese le fonti energetiche, non saranno sottratti totalmente alle logiche mercantili e speculative non potremo evitare che i costi siano scaricati sulle comunità e i profitti appannaggio delle mani di pochi speculatori, perchè è chiaro ed evidente che la penalizzazione della geotermia della Val di Cecina per qualcuno rappresenterà una pingue opportunità.

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