Basta tagli alle borse di studio: rivedere il decreto Profumo

La fotografia diffusa in questi giorni dal CUN (Consiglio Nazionale Universitario) ci parla di una situazione davvero drammatica: in dieci anni gli studenti immatricolati negli atenei italiani sono scesi da 338.482 dell’anno accademico 2003/2004 a 280.144 del 2011/2012, il 17% in meno (pari a circa 58000 studenti), i docenti sono diminuiti anche più rapidamente (22% in meno negli ultimi sei anni), mentre il rapporto medio tra studenti e docenti continua ad essere il più alto d’Europa. A questi dati si devono aggiungere quelli già diffusi dall’OCSE, secondo i quali l’Italia è penultima per spesa destinata all’istruzione pubblica (4,7% del Pil contro un 5,8 di media europea), con una media dei laureati tra i 25 e i 60 anni del 15% contro una media europea del 31%. Questi dati naturalmente non arrivano all’improvviso e non sono frutto di fenomeni fisiologici: sono la diretta conseguenza di politiche fallimentari più che decennali, alle quali Gelmini prima e Profumo poi (con la sua capacità “tecnica”) hanno dato la spinta definitiva. I tagli incondizionati al FFO, l’aumento della contribuzione studentesca, la diminuzione del fondo per le borse di studio, l’aumento dei costi dei servizi, la proliferazione dei numeri chiusi, l’assenza di un qualsiasi sostegno al reddito per i soggetti in formazione: tutti provvedimenti che vanno verso un’espulsione di massa dall’università ed una redifinizione del sistema universitario, rendendolo classista ed elitario. In questo contesto il governo Monti, in carica solo per gli affari correnti, si prepara a dare un ultimo colpo di coda con il nuovo decreto ministeriale “Determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni e dei requisiti di eleggibilità per il diritto allo studio universitario ai sensi del decreto legislativo 29 marzo 2012, n. 68”, che la conferenza Stato-Regioni esaminerà giovedì 7 febbraio.

Il decreto rimodula i livelli essenziali delle prestazioni (LEP), ovvero i criteri attraverso i quali gli studenti e le studentesse possono accedere a borse di studio, alloggi ed altri servizi, determinando di fatto una restrizione delle possibilità, per chi appartiene a famiglie con redditi medio-bassi, di accedere all’università. Tra le proposte contenute nel decreto riteniamo la differenziazione della soglia minima dell’ISEE tra Nord (20000), Centro (17000) e Sud (14000) discriminante e lesiva dell’universalità del diritto allo studio su tutto il territorio nazionale; questa rimodulazione va ad aggiungersi alla ridefinizione dei criteri dell’ISEE già messa in atto dal governo in carica, e ai tagli alle borse, determinando una espulsione di diverse centinaia di studenti dalla fruizione di una borsa di studio. E’ bene ricordare che gli “idonei non beneficiari” in Italia erano 45mila nel 2010-2011 con un valore Isee minimo pari a 17 mila euro in tutte le regioni.

Se a tutto questo si aggiunge che, nel decreto, si rendono più rigidi i parametri di accesso e di consevazione della borsa (gli studenti potranno iscriversi alla laurea triennale o magistrale a ciclo unico entro e non oltre i 25 anni di età e alla laurea magistrale entro e non oltre i 32 anni, mentre i CFU necessari vengono aumentati di 15 l’anno e scompaiono i “punti bonus”, crediti aggiuntivi dei quali lo studente poteva usufruire dando una maggior flessibilità nel raggiungere le soglie per il mantenimento della borsa ) si vede bene come più che giudicare un presunto “merito” la volontà del governo sia semplicemente quella di ridurre ulteriormente la platea degli aventi diritto.

Per tutti questi motivi i Giovani Comunisti si uniscono agli studenti nel chiedere che la regione Toscana si impegni in conferenza stato-regioni per scongiurare quest’ultimo attacco all’università e al diritto allo studio. Ribadiamo inoltre la necessità di costruire nel nostro paese un’alternativa vera a questo ventennio di dissoluzione della scuola e dell’università pubbliche e di massa, ritornando a investire in ricerca, abrogando la legge Gelmini, e costruendo una legge quadro nazionale che garantisca davvero il diritto allo studio e la piena cittadinanza studentesca.

Giovani Comunisti Toscana

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