Rifondazione: “Costruiamo a Pisa una sinistra unita, in alternativa al Filippeschi bis”

Alle prossime elezioni comunali la lista di Rifondazione Comunista ci sarà. Il percorso per una sinistra unita e di alternativa, avviato da più di un anno in città, resta aperto a tutte le forze sociali e politiche, alle associazioni, ai comitati di quartiere, ai semplici cittadini che cercano una via d’uscita dalla crisi in termini di lavoro degno, giustizia sociale e ambientale, vivibilità diffusa, democrazia reale.

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Siamo pronti per le elezioni comunali di Pisa: qualcuno deve pur provare a scardinare il sistema di potere centrato nel PD e nei vari potentati cittadini. La preparazione di questo importante appuntamento elettorale dura ormai da mesi. Abbiamo quasi concluso il nostro percorso partecipativo sul programma. Abbiamo lavorato con i cittadini nei quartieri, le associazioni, i movimenti, i lavoratori di numerose realtà in crisi per costruire una proposta fattibile di governo della città, alternativa ad un Filippeschi bis.

Abbiamo sempre contestato le scelte fondamentali di questa giunta: dall’avallo alla speculazione edilizia e alla cementificazione del territorio allo scarso interesse  per i problemi dell’occupazione e dell’ambiente, dall’abbandono dei quartieri periferici alle criticità nella gestione delle case popolari, dal fallimento nella raccolta differenziata dei rifiuti al mancato rispetto del referendum sull’acqua, dalla vendita del patrimonio pubblico alla chiusura degli spazi sociali, dall’assenza di trasparenza e democrazia nelle scelte alla gestione dei problemi sociali con le ordinanze. Ma la distanza tra noi e il centro-sinistra riguarda soprattutto l’analisi della situazione presente e le prospettive future. Abbiamo una lettura profondamente diversa della crisi e di come se ne esce. Noi crediamo che un modello di sviluppo fondato sulla rendita, sul sostegno a determinati gruppi economici privati, sulle cosiddette “grandi opere”, sul consumo di suolo e su servizi sempre più a pagamento non sia ulteriormente riproponibile: si tratta di uno modello debole, vecchio e senza futuro, che aumenta le disuguaglianze tra le persone, i gruppi sociali e i quartieri, e disattende le esigenze di vivibilità, di tutela ambientale e della salute che vengono dai cittadini. Se non cambiamo rotta Pisa sentirà in modo ancora più pesante gli effetti della crisi nei prossimi anni.

Sulla base di questa analisi avanziamo la nostra proposta alternativa di sinistra. L’insicurezza e la rassegnazione generati dalla crisi non si affrontano con altre grandi opere, che non rispondono ai reali bisogni dei cittadini, o con le ordinanze che aumentano soltanto le divisioni. Servono politiche economiche e sociali di nuovo tipo orientate a creare occupazione e redistribuire reddito e opportunità di vita degna. La macchina comunale dovrà essere interamente ripensata in questa direzione, puntando a investire nell’economia produttiva, sfruttando il patrimonio di ricerche prodotte dalle nostre università, e in servizi di qualità, a partire da un turismo sostenibile e diversificato in cui, ad esempio, vengano valorizzati la città nella sua interezza, il litorale e il Parco di San Rossore. Inoltre, dovremo mettere in campo misure straordinarie per migliorare la vivibilità delle periferie, soddisfare il bisogno di casa, risolvere il problema del traffico, raggiungere l’obiettivo rifiuti zero, recuperare ad usi sociali e produttivi i tanti immobili vuoti, garantire una vera partecipazione di tutti, residenti e non.

Il nostro percorso è e resta aperto alle tante forze sociali e politiche che, in questi anni, hanno invocato e praticato la discontinuità rispetto alla giunta Filippeschi. Crediamo che a Pisa ci sia spazio per una proposta di governo seria, di alternativa e di sinistra, in cui insieme a Rifondazione Comunista possano ritrovarsi movimenti, associazioni, comitati di quartiere, collettivi di lavoratori, partiti che vogliano davvero mettere al centro il lavoro, la giustizia sociale e ambientale, la vivibilità diffusa, la democrazia reale. Il tempo del cambiamento è adesso.

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