Per l’uso sociale degli immobili comunali inutilizzati. A partire dalla “Mattonaia”

pisa2013_mattonaia1Nonostante la crisi economica e la stagnazione del mercato immobiliare, il Comune di Pisa e altre istituzioni pubbliche della città, dall’università all’azienda ospedaliera universitaria, non mettono in discussione i piani di alienazione e “valorizzazione” del proprio patrimonio immobiliare. Questa strategia si è affermata con forza nel corso dell’ultimo decennio, favorita dai provvedimenti del ministro Tremonti, al fine di abbattere il debito pubblico o di recuperare risorse per investimenti in altre opere, ma finendo per impoverire il patrimonio pubblico, lasciando i bilanci comunali e i piani dei lavori pubblici in ostaggio delle richieste degli investitori privati.

Per quanto riguarda il Comune di Pisa nel piano di dismissione confermato a novembre 2012 figurano, tra gli altri, l’edificio della “Mattonaia” (€ 3.314.900), vari appartamenti ex II.RR. (€ 3.979.950), l’ex scuola Diaz a Coltano (€ 800.000), il complesso immobiliare Casa per Ferie Santa Croce in Fossabanda (€ 6.400.000), il fabbricato ad uso civile abitazione sito via Brunelleschi proveniente dalla ex Fondazione Montevaso composta da 12 appartamenti (€ 2.457.000).

Anno dopo anno, questi piani di alienazione vengono confermati nonostante il forte calo nelle vendite (per il Comune, siamo passati dai 47 milioni ricavati nel biennio 2005-2006 ai 2 milioni nel 2011) e le numerose aste andate deserte e passate a trattativa privata, con conseguente abbassamento delle stime. Il risultato è che le previsioni di vendita (che per il Comune si aggirano ad oggi intorno ai 63 milioni di euro) restano sulla carta. Ma, soprattutto, in attesa di improbabili “valorizzazioni”, numerosi immobili vengono tenuti in uno stato di inutilizzo e di abbandono come nel caso della Mattonaia. Chi, nel settembre 2005, aveva occupato questo immobile per denunciarne il degrado, fermarne la svendita e restituirlo alla città è stato colpito da denunce e condanne: a tutti loro va la nostra convinta solidarietà.

La nostra proposta per il governo della città inverte la rotta rispetto alle scelte delle precedenti amministrazioni comunali. Noi diciamo stop al piano delle alienazioni, proprio a cominciare dall’edificio della “Mattonaia”, e ci impegniamo a garantire l’uso sociale degli immobili comunali inutilizzati, in funziona anti-crisi.

Mantenere pubblica la “Mattonaia” costituisce una scelta fondamentale da molti punti di vista. Innanzitutto, per perché risponde all’emergenza casa, riprendendo il progetto originale che prevedeva case popolari per arricchire il tessuto sociale del centro storico. Poi perché risponde all’emergenza disoccupazione, destinando i fondi presenti, mediante comodato d’uso e canoni agevolati, ad accogliere attività economiche, produttive e commerciali innovative basate sull’autogestione e la cooperazione (co-working) e che abbiano ricadute positive nel territorio (“altra economia”). Infine, ma non ultimo, perché contribuisce alla riqualificazione dei luoghi, riportando la vita in un luogo da troppo tempo abbandonato a se stesso e riaprendo alla città una bellissima piazza pubblica, generando percorsi virtuosi di partecipazione, socialità e qualità degli spazi urbani.

Il Comune che abbiamo in mente noi non svende il proprio patrimonio ma lo recupera in modo creativo, tenendo insieme diritto all’abitare, diritto al lavoro e diritto alla qualità della vita urbana, abbattendo i costi della rimessa in funzione dell’edificio attraverso forme di auto-recupero.

Rifondazione Comunista

Una città in comune

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