Fusione tra Sat e Adf : perchè il nostro no

A cura di

ereoporto-galilei

Rifondazione Comunista Pisa

e Una città in comune

Le linee guide sulla fusione approvate a dicembre dai Consigli di Amministrazione di Sat e Adf, che saranno martedì prossimo al vaglio dell’assemblea dei soci di Sat, sono aleatorie e non attendibili, e quindi non sostenibili a nostro giudizio da parte del Comune di Pisa e da qualsiasi altro socio pubblico.

In primis perché per noi rimane inaccettabile, come previsto nel documento in cui sono descritte le linee guida della fusione, che il 50% dei 336 milioni di investimenti su Firenze per la realizzazione della nuova pista da 2400 metri e del nuovo terminal derivano da finanziamenti pubblici.

A questo si aggiunge la nostra assoluta contrarietà a questo tipo di operazione di carattere speculativo-immobiliare e finanziario. Proprio quegli imprenditori che dicono di fare impresa ma nei fatti la realizzano con finanziamenti pubblici sono trai principali artefici della crisi economica in cui ci troviamo. La scelta del Governo Renzi , sostenuta ed avallata dal Pd a livello regionale e dalla giunta del neo-candidato presidente Enrico Rossi, di buttare milioni di euro nell’ennesima grande opera che distruggerà la piana fiorentina trova la nostra più ferma opposizione. Per noi questi lavori per la realizzazione della nuova pista da 2400 metri non devono mai partire e le risorse pubbliche devono essere, invece, prioritariamente utilizzate per potenziare il trasporto pubblico su rotaia nella nostra regione.

Al riguardo il piano presentato da Corporacion America è assolutamente velleitario e non attendibile, in quanto la previsione di crescita dell’aeroporto di Firenze si basa sul fatto che la nuova pista sarà attiva nel 2017. E’ evidente come tutto ciò sia una enorme truffa, e che i dati di sviluppo e crescita previsti non siano attendibili.

Ma la nostra ferma contrarietà a questa progetto fusione è data anche dal fatto che nei documenti presentati non vi è nessun progetto chiaro e verificabile per quanto riguarda le garanzie occupazionali e salariali per i dipendenti di Sat e di Adf e dell’indotto dei due aeroporti. Le fusioni nel nostro paese hanno prodotto sempre licenziamenti e riduzioni dei livelli occupazionali, compressione dei diritti, tanto più quando queste avvengono ad opera di multinazionali senza la possibilità di un reale e fermo controllo e ruolo di indirizzo da parte del pubblico.

La fusione tra Sat e Adf è solo una operazione dei grandi poteri economici che il Pd, targato Renzi, a livello nazionale regionale e locale vuole realizzare per rinsaldare alleanze, a scapito dell’ambiente, dei diritti, della salute dei cittadini e di un sistema integrato di trasporto pubblico.

Contro questa privatizzazione e il progetto di una grande opera i cui meccanismi di realizzazione si prefigurano essere come quelli della Tav e del Mose, noi ci opporremo. Ci auguriamo , quindi, che il Consiglio comunale di Pisa non ceda ai ricatti e alle “minacce” di Corporacion America, riconfermi la propria contrarietà a questa operazione speculativa e bocci questa proposta, proseguendo al contempo tutte quelle iniziative, votate in ordini del giorno approvati negli scorsi mesi dallo stesso consiglio comunale, affinchè non si utilizzino milioni di euro dei contribuenti per distruggere la piana di Firenze.

In gioco c’è ancora una volta la democrazia del nostro paese, perché noi non scordiamo il colpo di mano autoritario con cui il Presidente della Regione Enrico Rossi ha dato il via libera a questa privatizzazione arrogando alla giunta regionale la decisione di vendere le azioni della Regione Toscana, ed esautorando così il Consiglio regionale a cui spettava questa decisione. Né possiamo non rilevare come lo stesso Presidente Rossi non ha mai risposto agli inviti fatti dal Presidente del Consiglio comunale di Pisa, su richiesta di tutti i gruppi consiliari, ad essere presente ad una seduta del Consiglio comunale di Pisa per motivare e spiegare queste scelte.

La FAO ha proclamato il 2015 come l’anno dei suoli: la Toscana comincia male il suo cammino verso un loro uso sostenibile.

Rispondi