Prc – Ucic, Antimafia: prevenirla e contrastarla nel proprio territorio, agirla nella quotidianità NON creando prima di tutto terreni potenzialmente fertili

A cura di

torri-bulgarellaRifondazione Comunista Pisa

Una città in Comune

Si tratta di un fatto senza precedenti: un intreccio malavitoso tra mafia, costruttori e banche ha il suo epicentro nella nostra città. E’ questo quello che emerge dalla indagini della Direzione Antimafia e che vede coinvolti l’imprenditore Andrea Bulgarella, il grande capo di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro e il numero due di Unicredit Fabrizio Palenzona.

Al centro delle indagini proprio le attività del grande costruttore che in questi anni ha versato tonnellate di cemento anche sulla nostra città grazie ad “… accertati legami con ambienti di “cosa nostra” trapanese, ma anche dai molteplici rapporti che da tempo intrattiene con alti dirigenti di banca, funzionari e amministratori pubblici, oltre che con il mondo della politica, della stampa e con soggetti gravitanti in contesti massonici” ( dal decreto di perquisizione del 30 settembre 2015 )

A più riprese in questi anni non solo ci siamo decisamente opposti ai cantieri delle colonie a Calambrone come alla costruzione del Tower Plaza, dai Frati Bigi fino all’ecomostro rappresentato dal Parco delle Torri ma ne abbiamo denunciato a più riprese il carattere speculativo.

Come poteva un imprenditore con tutti i cantier “a rimessa” non andare in fallimento?

Gli interessi mafiosi trovano anche nel cemento il loro terreno più fertile e a più riprese abbiamo lanciato un allarme che è rimasto a troppe orecchie inascoltato. Sappiamo bene che la nostra città, come la Toscana tutta, ha avuto un incremento consistente dell’attività e del radicamento della criminalità organizzata, tant’è che già nell’ottobre del 2012 lo stesso Prefetto Tagliente chiedeva attenzione e metteva in guardia contro le infiltrazioni mafiose, cosa che avrebbe dovuto far salire le attenzioni al riguardo.

Purtroppo in questi anni l’amministrazione comunale invece ha steso tappeti rossi e assecondato ogni appetito dei costruttori in nome dello sviluppo economico della città: grandi speculazioni private in cambio di qualche opera pubblica, urbanizzazioni, arredi urbani.

Oggi diventa drammaticamente chiaro a tutti che si è trattato di una scelta non solo sbagliata, ma irresponsabile, e temiamo seriamente di pagarne conseguenze.

Per contrastare la mafia non bastano dichiarazioni o qualche atto formale nelle sedi istituzionali, significa in primo luogo prevenirla e contrastarla nel proprio territorio, agire l’antimafia nella quotidianità non creando prima di tutto terreni potenzialmente fertili.

L’urbanistica contrattata con cui si è gestita in tutti questi anni la città è esattamente ciò che non andava fatto.

Oggi, per le notizie che apprendiamo, chiediamo alla magistratura e alle forze dell’ordine di andare fino in fondo nelle indagini per fare piena luce su questo imprenditore e il sistema che intorno a lui si è mosso in tutti questi anni a livello locale e nazionale.

Da parte nostra continueremo il nostro lavoro quotidiano: che oltre ad essere di controllo, denuncia, vigilanza è anche di proposta, perché Pisa e la nostra società non solo non si meritano questo palcoscenico, ma possono percorrere strade completamente diverse, che diano un’economia utile davvero alla città e di reale sostenibilità per il territorio. Questa è la Pisa che vorremmo fosse conosciuta.

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