LA RIDEFINIZIONE DELLA RETE SCOLASTICA NELLA CITTA’ DI PISA: a pagarne le conseguenze gli studenti, il personale e la cittadinanza

A cura di

banchini-di-scuolaRifondazione Comunsita Pisa

Una città in comune


Negli ultime settimane sono uscite notizie sulla situazione delle scuole nella città di Pisa che inducono ad una riflessione tutta quanta la cittadinanza, ma soprattutto aprono interrogativi pressanti di quale sia la direzione che le istituzioni locali di Comune e Provincia, da un lato, e quelle territoriali del Ministero della Istruzione MIUR dall’altro stiano intraprendendo.

In pochi giorni sono uscite notizie dell’unificazione di vari istituti superiori di secondo grado nella nostra città: l’Istituto “Pacinotti” con il Liceo Classico “Galieli”, avvenuto con un percorso di coinvolgimento e discussione del personale e dei docenti, che hanno discusso per alcuni mesi l’unione tra scuole così diverse. In questo caso, pur con l’inaccettabile rischio di perdita di unità di personale amministrativo, tecnico e ausiliario per conseguenza dell’accorpamento degli organici del personale ATA, l’unificazione consente comunque di preservare almeno il personale dell’organico dei docenti unificato, in quanto le caratteristiche delle due scuole permettono il mantenimento di insegnanti delle discipline specifiche per ciascun istituto, senza che si presenti nell’immediato il rischio di esuberi.

L’altro caso è invece ben più spinoso: l’unificazione dell’ITIS “da Vinci” e dell’IPSIA “Fascetti” comporta invece esuberi ben più pesanti sia tra personale ATA che tra il personale docente, in quanto non solo vengono unificate le segreterie e il personale ausiliario e tecnico (i collaboratori scolastici e i tecnici di laboratorio), ma anche molti insegnanti rischiano di essere soprannumerari poiché molte discipline sono comuni ai due istituti.

Oltretutto, nel caso dell’unificazione tra “Pacinotti” e “Galilei” il personale delle due scuole è stato informato molto tempo prima e si sono potuti sviluppare confronti tra lavoratrici e lavoratori con le OO.SS., sia in sede di tavolo provinciale che di regionale: nel caso dell’unificazione tra ITIS e IPSIA di Pisa, il processo è avvenuto in maniera accelerata, senza nessuna informazione al personale delle due scuole né alle OO.SS., se non una bozza di proposta che non fu discussa, tantomeno accettata, dalle OO.SS presenti. Inoltre, vi è un problema relativo alla unificazione di un istituto tecnico ed uno professionale, quest’ultimo tendenzialmente legato ad una rete regionale che si costituirà nei prossimi anni: i problemi, dunque, saranno ancora più complicati quando si sovrapporranno la gestione ministeriale a quella regionale, sia per gli organici che per gli studenti.

L’unificazione risulta pertanto del tutto anomala nelle procedure e nei tempi: sembra quasi che si desse per scontato che il 4 dicembre non ci sarebbe stata più alcuna istituzione provinciale da coinvolgere e che dovesse tener conto delle componenti sociali (lavoratrici/tori e OO.SS.) del territorio, come era accaduto fino allo scorso anno. La predisposizione della rete scolastica provinciale infatti prevedeva incontri con le OO.SS., e le eventuali unificazioni dovevano comunque passare da informative del personale ATA  e docente tramite assemblee e collegi docenti, cosa che non è stata minimamente attuata nel caso dell’ITIS e dell’IPSIA.

Questa procedura, assolutamente lesiva dei diritti di lavoratori e lavoratrici, si intreccia anche con la questiona dell’edilizia scolastica: l’istituto che nasce dalla unificazione di ITIS e IPSIA ha a disposizione spazi enormi, inutilizzati e da riqualificare, che sono le officine dell’ITIS e che, al momento, sono sottoutilizzate, se non in stato di abbandono. L’unificazione, dunque, è solamente una pratica burocratica che non avvantaggerà gli studenti, né tantomeno il personale ATA e docente, ma creerà un mega-istituto (secondo parametri che derivano dalla legge 107) in cui i problemi didattici e quelli sociali si intrecceranno in maniera esplosiva.

Chiediamo dunque se le istituzioni locali, Comune e Provincia, abbiano considerato questo processo con attenzione, e se abbiano compreso realmente la portata dei problemi che si vanno accumulando con una unificazione di questo tipo, che avrà ricadute pesantissime sugli studenti, sul personale e complessivamente sulla cittadinanza.

Rispondi