Lo sfruttamento planetario con il sistema degli appalti

categoria: Pisa

La lotta intrapresa dai driver e corrieri delle ditte in appalto di Amazon a Montacchiello ha svelato un mondo di sfruttamento intensivo che punta a estrarre sempre maggiore profitto utilizzando ogni mezzo. A questi lavoratori e lavoratrici che hanno avuto il coraggio di alzare la testa contro questo sistema di sfruttamento va la nostra piena solidarietà e appoggio politico.

Lo sciopero che si è protratto per alcuni giorni della scorsa settimana è scaturito dall’aumento di consegne richiesto, materialmente impossibili da smaltire e che hanno provocato tensione e stress nei lavoratori, col rischio di incidenti per i ritmi eccessivamente alti.

Il moloch Amazon, in cui non penetra nessun sindacato, ha scaricato su ditte in appalto il compito della consegna, e imponendo ritmi, condizioni di lavoro, e salari insostenibili: la logica che domina nel settore è quello per cui ogni appalto presenta una formale attribuzione di responsabilità a ditte che in realtà sono totalmente dipendenti dall’azienda appaltante, e in questo caso il campione planetario delle multinazionali nel settore del commercio elettronico detta le regole senza curarsi di alcun rispetto dei lavoratori.

L’unico modo per creare un argine allo strapotere delle ditte appaltanti e limitare lo sfruttamento che ricade sui lavoratori delle ditte in appalto, che siano della logistica come di altri settori, è ripensare completamente il codice degli appalti e costringere ad applicare contratti corrispondenti a quelli delle ditte appaltanti e soprattutto a farli rispettare.

Nell’incontro tra lavoratori sindacati e organizzazioni padronali (Assoespressi) mancherà il soggetto fondamentale, Amazon, che ha delegato i rappresentanti delle ditte in appalto a rappresentarli: un ulteriore spregio e atto di deresponsabilizzazione che chiarisce come le multinazionali non portino alcun valore aggiunto ai territori, ma puntano solo a spremere fino a quando loro conviene.

Come Rifondazione Comunista sosteniamo da tempo che occorra un nuovo codice degli appalti e una legge (sia regionale che nazionale) per evitare che vengano erogati fondi pubblici ad aziende che sfruttano i propri lavoratori e non applicano le già minimali regole contrattuali e sindacali.

La lotta di classe non può fermarsi di fronte alle porte di Amazon.

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